Purtroppo ogni tanto si sente ancora parlare di qualche disastro ecologico dovuto a qualche petroliera che riserva il contenuto trasportato del mare, soprattutto a causa della distrazione degli addetti ai lavori. Molto più rari sono gli incidenti relativi ai siti di estrazione in mare i quali creano dei danni ancora maggiori e un esempio può essere l’incidente della Taylor Energy nel Golfo del Messico. L’inizio del disastro risale a 14 anni fa e nel frattempo il cosiddetto oro nero ha continuato ad uscire dal fondale marino inquinando tutto.
Giovedì scorso la Guardia Costiera statunitense ha annunciato che stanno finalmente iniziando a contenere con successo la fuoriuscita di petrolio. Il merito è di un sistema di contenimento installato quasi a 20 chilometri dalla costa della Louisiana che finora ha raccolto 30.000 litri di liquido. Si tratta di una magra consolazione considerando che in questi quattordici anni si è stimata una dispersioni che vai 1.5 milioni ai 3.5 milioni di barili.
Il contenimento del petrolio
Il sistema spiegato senza entrare nello specifico risulta essere abbastanza semplice ovvero l’olio viene pompato da dalle vasche sottomarine fin dentro delle navi apposite. Quest’ultime trasportano il contenuto fino a degli stabilimenti a riva i quali dividono l’acqua dal petrolio; il viaggio finale di quest’ultimo è il raffinamento.
Per quanto sia comunque una buona notizia c’è da considerare che questo sistema non è nient’altro che una pezza temporanea. Per riuscire veramente a fermare questo disastro ecologico bisognerebbe tappare la falla sul fondale marino il che non è un processo per niente facile considerati tutti i fattori in gioco.