Israele si trova a un ottimo punto del suo programma vaccinale, soprattutto in confronto agli altri paesi del mondo, anche quelli europei. Un aspetto importante non è soltanto il numero di dosi somministrate, ma il fatto che stanno somministrando in massa la terza. Grazie a questa strategia si stanno raccogliendo anche dati estremamente utili in tal senso, dati su Pfizer che possono servire.
Apparentemente una terza dose di Pfizer somministrata dopo sei mesi dalla somministrazione della seconda dose riporta l’efficacia a una soglia del 95%. Le parole della casa farmaceutica in merito: “La terza dose ha un profilo di reattogenicità simile a quello osservato dopo la ricezione della seconda dose di serie primaria e ripristina alti livelli di protezione contro gli esiti di Covid-19.”
Vaccini: la terza dose di Pfizer
Ormai la strada è segnata a lo si evince anche dalla scelta di molti altri paesi come proprio l’Italia. Il governo ha deciso di iniziare a breve la somministrazione della suddetta a cominciare dalle persone più fragile e quindi più sensibili al virus e ai suoi effetti sull’organismo. Tutto questo mentre le autorità internazionali sono ancora contrarie in quanto le dosi usate sarebbero di fatto non usate in paesi che ne hanno più bisogno.
I dati rilasciati direttamente da Pfizer stanno venendo utilizzati in questo momento dalla Food and Drug Administration negli Stati Uniti per decidere su come muoversi sull’uso della terza dose. Quest’ultima è diventata necessarie per due aspetti, la perdita di efficacia nel tempo dei vaccini mRNA e a causa della variante Delta e di possibili altri ceppi.