L’anidride carbonica è un elemento utile alle piante e che ne hanno bisogno. L’effetto dell’uomo sulla Terra ha di fatto portato una surplus del suddetto gas e se fino ad un certo punto molte specie ne possono beneficiare, c’è sempre un limite. Un nuovo studio ha visto come di fatto molte piante potrebbero esagerare nell’assorbimento.
Le parole dei ricercatori: “Quello che è chiaro è che la composizione nutritiva delle principali colture utilizzate in tutto il mondo, come riso e grano, è influenzata negativamente dall’aumento di CO2. Ciò avrà un forte impatto sulla qualità del cibo e sulla sicurezza alimentare globale. Ci sono molti rapporti in letteratura che mostrano che i livelli di CO2 previsti alla fine del 21° secolo porteranno a una minore concentrazione di azoto nella maggior parte delle piante, influenzando principalmente il contenuto proteico nei prodotti vegetali.
Le piante e la troppa anidride carbonica
La diminuzione dell’azoto in alcune piante può diventare un problema enorme per molti paesi le cui popolazioni si basano su diete ben precise. Il problema è legato alle proteine che possono diminuire anche del 30% e in aggiunta può venire a mancare anche la presenza del ferro. Da un lato quindi si può assistere ad aumento della biomassa delle piante senza però un reale guadagno di nutrienti, anzi.
“La CO2 è un cambiamento ambientale che le piante non devono affrontare da almeno 3 milioni di anni. Si può quindi ipotizzare che, a differenza di altri vincoli abiotici, stress idrico, temperatura, carenza di nutrienti, non ci sia stata alcuna pressione selettiva per guidare l’emergere e la conservazione delle risposte adattative”.