Plastica, un nuovo metodo per riciclarla arriva dalla scienza

Date:

Share post:

La maggior parte del riciclaggio della plastica attuale comporta il taglio dei rifiuti e il loro riutilizzo in materiali con requisiti tecnici meno rigorosi rispetto all’applicazione originale. La decomposizione chimica a livello molecolare potrebbe, in linea di principio, portare a prodotti di valore superiore.

L’industria petrolchimica produce oltre 88 milioni di tonnellate di polietilene, ossia la plastica più comune al mondo. Un nuovo studio ha scoperto un nuovo modo per riciclarlo e affrontare il crescente inquinamento da plastica. Il polietilene è disponibile in diverse forme e viene utilizzato in qualsiasi cosa, dai sacchetti di plastica e dagli imballaggi alimentari all’isolamento elettrico e alle tubazioni industriali.

 

Plastica, un nuovo metodo di riciclo

Dato che è così comune e il nostro sistema di riciclaggio non cosi efficiente, finiamo per buttare via un sacco di cose. Può finire nelle discariche o nell’oceano dove si decompone molto lentamente o bruciare negli inceneritori di rifiuti che emettono sostanze chimiche tossiche. Tuttavia questo nuovo metodo accelera il processo di decomposizione e lo trasforma in molecole alchilaromantiche utilizzate, per esempio, nei cosmetici o nei detersivi per il bucato.

A livello globale, oggi è un mercato da 9 miliardi di dollari“, ha detto in un’e-mail in riferimento alle molecole alchilaromatiche Susannah Scott, coautore dello studio. “C‘è valore economico e scala qui.” Non è la prima volta che gli scienziati capiscono come scomporre il polietilene: esistono altri metodi per riciclare chimicamente il materiale.

Tuttavia i metodi convenzionali per rompere la plastica richiedono il riscaldamento fino a temperature comprese tra 500 e 1000 gradi Celsius e l’utilizzo di solventi o aggiunta di idrogeno per accelerare il processo. Al contrario, il nuovo metodo richiede solo il riscaldamento fino a circa 300 gradi Celsius e non utilizza solventi o idrogeno aggiunto, basandosi invece solo su un catalizzatore relativamente delicato di platino con ossido di alluminio.

È molto meno dispendioso in termini di energia rispetto ad altri mezzi per scomporre il polietilene. Questa è una buona notizia per l’ambiente. È anche più economico, il che è una buona notizia per le aziende che potrebbero voler aumentare questo livello. La tecnica non è ancora pronta per il potenziamento, ma la scoperta potrebbe alla fine essere utilizzata per dare alla plastica una nuova vita come preziose materie prime invece che come rifiuti inquinanti. Ciò sta abbattendo, se cosi si può dire, le nostre abitudini e modo di pensare portando ad una nuova scienza e una nuova chimica.

Foto di RitaE da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

Related articles

Come il cervello combina vista e udito per comprendere il parlato in ambienti rumorosi

In ambienti rumorosi, comprendere una conversazione può diventare una sfida, soprattutto quando il rumore di fondo è intenso...

Le offerte Amazon del fine settimana da non farsi sfuggire

Il fine settimana di Amazon è ricco di offerte super vantaggiose. Migliaia di prodotti tecnologici e non sono...

Come l’esercizio fisico migliora l’elaborazione del linguaggio negli anziani

L’invecchiamento è spesso accompagnato da una riduzione delle capacità cognitive, inclusa l'elaborazione del linguaggio. Tuttavia, recenti studi suggeriscono...

I pianeti “sfileranno” a febbraio: il fenomeno diventa nuovamente visibile solo nel 2492

L’allineamento planetario del 28 febbraio 2025 è destinato a essere un evento straordinario per gli appassionati di astronomia....