UPDATE: Missione compiuta, Space X ha dimostrato che si possono effettivamente riutilizzare i razzi Falcon 9. Il primo stadio del lancio di ieri sera ha portato in orbita il carico, si è sganciato ed è rientrato in atmosfera, venendo recuperato da una delle navi drone apposite. La storia è compiuta, l’esplorazione dello spazio è pronta per entrare in un’epoca dove la preparazione di ogni missione sarà più veloce ed economica, ma soprattutto più semplice.
Per la prima volta nella storia della conquista dello spazio, Space X ha portato in orbita un satellite SES-10, utilizzando un razzo che aveva già compiuto un viaggio oltre l’atmosfera.
Ormai siamo abituati ad immaginarci i razzi che portano gli astronauti nello spazio sempre nello stesso modo: un gran rombo e il razzo che si alza lentamente in mezzo al fumo infuocato, il razzo che prende sempre più velocità fino ad uscire dall’atmosfera, e quindi la pace del vuoto siderale ed i razzi del primo stadio che si staccano e fluttuano dolcemente, perdendosi nell’universo. Ad Elon Musk questo scenario non è piaciuto molto, probabilmente anche perchè, oltre ai razzi, fino ad oggi si sono persi nello spazio svariati milioni di dollari.
Con Space X la storia è diversa, infatti dopo essersi staccati, i razzi responsabili dell’uscita dall’atmosfera accendono dei propulsori secondari che, utilizzando pochissimo carburante, consentono il rientro in atmosfera, senza danni e conseguenze.
Il problema è che, nonostante la maggior parte dei razzi utilizzati da Space X siano rientrati senza conseguenze negative in atmosfera, nessuno di questi razzi ha mai eseguito un secondo volo, almeno fino a questa notte.
Il Kennedy Space Center in Florida questa notte sarà infatti protagonista di un evento che ha tutti i requisiti per definirsi storico. Il protagonista sarà il primo stadio di un Falcon 9, che aveva portato un modulo Dragon sulla ISS il 9 Aprile 2016. Ma è davvero così importante questo evento? Assolutamente si, e Jason Davis, della Planetary Society (Associazione di divulgazione scientifica legata alla conquista dello spazio, che ha tra i fondatori Carl Sagan), ci spiega perchè:
L’intera filosofia di Space X gira intorno al concetto di riutilizzo. Elon Musk ha sempre sognato , di realizzare razzi riutilizzabili, fin dal primo finanziamento della compagnia 15 anni fa, quando ancora c’era soltanto il Falcon LV (poi diventato Falcon 1), che Musk aveva presentato orgogliosamente a Washington DC nel 2003. Anche sul sito di Space X si legge che “il riutilizzo è la chiave per rendere l’umanità multiplanetaria”, perchè può abbassare enormemente i costi necessari a mandare un colonia di un milione di persone su Marte, al punto da renderla un’impresa fattibile”.
Il primo Falcon 9 di seconda mano decollerà questa notte, e potete seguire la diretta nel video qui sotto. La missione ha lo scopo di portare in orbita geostazionaria il satellite di comunicazione SES-10. É previsto anche questa volta un volo di rientro, e se andrà tutto bene il razzo potrebbe volare una terza volta; a meno che non venga acquistato da un museo.
So che vi state chiedendo “ok, ma quanto si risparmia davvero, tra carburante extra, missioni di recupero in mare e restauro?”. In termini di visibilità tantissimo, in termini economici non ci sono dati ufficiali, sappiamo soltanto che i clienti di Space X che consentono alla società di recuperare il razzo, possono avere uno sconto del 30% (il lancio di due settimane fa quindi, che ha posizionato il satellite brasiliano Echostar 23, è costato decisamente caro).
Fonte: Planetary Society