Array

Resti umani di 13 mila anni fa in Messico: mistero sulle origini dell’uomo di Chan Hol

Date:

Share post:

Un corridoio ghiacciato tra Americhe e Asia si venne a creare circa 12500 anni fa consentendo agli esseri umani di attraversare lo stretto di Bering e raggiungere quelli che oggi sono gli Stati Uniti per poi proseguire verso sud. Ma c’erano già persone in quel continente, almeno in parte di esso, questo è quanto suggeriscono i resti umani ritrovati in una caverna nei pressi di Tulúm in Messico.

Lo scheletro di un giovane maschio, stando ai dati pubblicati sul giornale PLOS ONE, risale a 13 mila anni fa. Come sia arrivato in questa location è un mistero, teniamo infatti presente che il Messico dista ben 4000 miglia dallo stretto di Bering.

I resti umani più antichi scoperti nel continente americano

I resti del più antico antenato dell’uomo rinvenuto hanno 13 milioni di anni, ben più recente lo scheletro trovato presso la caverna di Chan Hol, ma non per questo la scoperta va sottovalutata. Come afferma Wolfgang Stinnesbeck della Heidelberg University è difficile stabilire come quell’avo degli odierni americani sia riuscito ad arrivare in zona.

resti umani messico mistero

Se dovesse trovare conferma l’ipotesi di un viaggio tramite imbarcazioni, è verosimile che dunque queste popolazioni vivessero dove ora c’è il mare, prima dell’aumento delle maree avvenuto durante il primo Olocene, epoca geologica iniziata poco più di 11 mila anni fa. Anche Chan Hol, che in lingua Maya significa “Piccolo buco” è attualmente sommersa, la prima esplorazione risale al 2004, opera di Kim Davidsson.

Da allora, Chan Hol è diventato un sito di interesse per gli appassionati di immersioni, ma anche gli scienziati hanno monitorato la zona con attenzione. Nel 2005 Arturo Gonzales e il suo team hanno scoperto i resti umani del giovane uomo di 13 mila anni fa, datazione figlia dei nuovi studi.

Gli studiosi ritengono che questa datazione sia applicabile ad altri due scheletri trovati in caverne della zona, si tratta di due femmine. Stando a quanto dichiara Gonzales, tali scheletri femminili avrebbero diverse affinità con le popolazioni del sud-est asiatico, stando ad alcune ipotesi gli individui in questione potrebbero essere originari dell’odierna Indonesia.

Durante la vita del giovane uomo di Chan Hol, il livello dei mari nell’area era decisamente più basso rispetto a quello attuale, i ricercatori ritengono dunque che la zona fosse in una zona completamente asciutta. I risultati ottenuti dalla ricerca suggeriscono una mobilità umana preistorica superiore a quanto ritenuto in passato.

Per il momento in queste caverne non sono stati ritrovati utensili, la loro assenza potrebbe significare l’utilizzo di questi siti come zone per cucinare ad esempio e non zone abitative.

Fonte: seeker.com

Related articles

Tatto Umano: scoperte rivoluzionarie sui 16 tipi di cellule nervose

La percezione tattile è una delle capacità sensoriali più affascinanti e complesse dell'essere umano, permettendoci di interpretare il...

Lettura: come le relazioni parasociali migliorano il benessere psicologico

La lettura è molto più che un semplice passatempo: essa può influenzare profondamente il nostro benessere psicologico, in...

Recensione Panasonic Lumix S5 II X: una full frame perfetta per i video

Dato il grandissimo successo Panasonic Lumix S5, l'azienda orientale negli ultimi anni ha pensato di mettere a disposizione...

Malattia di Huntington: scoperto l’enzima chiave dietro la “danza di San Vito

Recenti scoperte scientifiche hanno portato nuove speranze per chi soffre della malattia di Huntington, nota anche come “danza...