Il riccio di mare, simbolo delle coste mediterranee e protagonista di molte tradizioni culinarie, sta scomparendo. Uno studio scientifico condotto da ricercatori italiani ha lanciato un allarme chiaro: la combinazione tra pesca intensiva e riscaldamento delle acque sta portando questa specie verso l’estinzione locale in diverse aree del Mediterraneo.
La ricerca, pubblicata su una rivista internazionale di ecologia marina, ha documentato un crollo delle popolazioni di riccio Paracentrotus lividus, particolarmente evidente lungo le coste italiane, francesi e spagnole. In alcune zone, come la Puglia e la Sardegna, la densità dei ricci è scesa sotto la soglia ecologica minima, con conseguenze a cascata sull’intero habitat marino.
Crisi dei Ricci di Mare: Sovrasfruttamento e Riscaldamento Marino Minacciano la Specie
La pesca del riccio di mare, praticata sia a livello commerciale sia amatoriale, ha raggiunto livelli insostenibili. In molte località la raccolta avviene senza alcun controllo, spingendo i prelievi oltre i limiti naturali di rigenerazione della specie. La situazione è aggravata dalla crescente domanda gastronomica, che ha trasformato il riccio in un prodotto di pregio, molto richiesto nella ristorazione.
A peggiorare la crisi interviene il cambiamento climatico. Il riscaldamento del mare, infatti, compromette la riproduzione dei ricci e li rende più vulnerabili a malattie e predatori. Secondo i biologi marini, la temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo è salita mediamente di oltre 1,5 °C negli ultimi decenni, alterando profondamente gli equilibri ecologici.
I ricci di mare svolgono un ruolo fondamentale per l’ambiente costiero: regolano la crescita delle alghe e mantengono in equilibrio i fondali rocciosi. La loro scomparsa comporta un aumento delle alghe filamentose, che soffocano la biodiversità marina e modificano radicalmente l’aspetto e la salute dell’ecosistema.
La tutela del riccio di mare è anche una questione culturale
Gli scienziati propongono misure urgenti: il divieto di pesca nelle aree più colpite, l’introduzione di zone di tutela biologica e il potenziamento dei controlli sulle attività illegali. Alcuni progetti pilota di ripopolamento sono già in corso, ma senza un’inversione di rotta su scala più ampia, rischiano di essere inutili.
La tutela del riccio di mare è anche una questione culturale. La sua scomparsa rappresenterebbe una perdita non solo ecologica, ma anche identitaria per molte comunità costiere. Ripensare il nostro rapporto con il mare e le sue risorse è oggi una necessità, non più una scelta.
Lo studio è un ennesimo segnale del deterioramento dei nostri mari, ma anche un’occasione per intervenire con politiche ambientali concrete e lungimiranti. Salvare il riccio di mare significa proteggere un delicato equilibrio, da cui dipende la salute dell’intero Mediterraneo.
Foto di Sonia Kowsar su Unsplash