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Rifiuti spaziali: l’orbita terrestre è un’enorme discarica

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Con il termine Space Junk, ci si riferisce all’enorme quantitativo di rifiuti spaziali che circonda il nostro pianeta. Siamo infatti soliti immaginare il cosmo come un’area vuota, desolata, la regione attorno alla Terra invece è abitata da milioni di oggetti che creano potenziali pericoli per i satelliti in funzione.

Da dove arriva tutta questa spazzatura? Se ne andrà mai? Che tipo di problemi potrebbe creare alla popolazione sulla Terra? Questo fenomeno merita di essere analizzato con la massima attenzione, il Jet Propulsion Lab della NASA, in collaborazione gli studiosi della Stanford University sta lavorando a uno spazzino robot ispirato al geco, questa è solo una delle tante contromisure al vaglio.

Oltre mezzo milione di rifiuti spaziali in orbita

 

Con il lancio del satellite sovietico Sputnik nel 1957, il genere umano ha iniziato il proprio viaggio tra le stelle. Ma, sebbene la capsula sia tornata sulla Terra dopo soli tre mesi, ha dato il via a una serie di lanci che non ha soltanto ispirato la gente di tutto il mondo ma ha anche riempito la zona intorno al pianeta di grandi pezzi di materiale inerte.

rifiuti spaziali space junk

Satelliti inattivi, fasi superiori di veicoli e tanti altri detriti sono rimasti in orbita sopra l’atmosfera terrestre e, quando due di questi corpi entrano in collisione, ne deriva ulteriore inquinamento. Più di 21 mila rifiuti spaziali più grandi di dieci centimetri e mezzo milione di una dimensione entro i dieci centimetri sono attorno a noi. E questa stima è destinata a crescere.

Non è finita qua, perché ci sono pure rifiuti spaziali la cui dimensione è inferiore al centimetro. Nell’orbita bassa gli oggetti viaggio a sette chilometri al secondo, a questa velocità un piccolo oggetto come un minuscolo barattolo di vernice ha la stessa forza di impatto di un veicolo di 250 chili che viaggia a quasi cento chilometri orari.

Un impatto di questo tipo potrebbe causare danni critici a componenti quali oggetti pressurizzati o celle solari. Per 50 anni la fonte principale di inquinamento è stata l’esplosione accidentale di oggetti, nel 2007 la distruzione intenzionale del satellite meteoreologico cinese Fengyun-1C come test anti-missilistico ha sancito una nuova fase per quanto riguarda l’inquinamento spaziale.

Nonostante la ridotta dimensione della maggior parte dei rifiuti spaziali, gli eserciti di Russia e Stati Uniti sono in grado di monitorare questa confusione. Oggetti grandi intorno ai 10 centimetri sono visibili tramite radar o telescopi ottici dalla Terra. Preparandosi per un lancio, i monitori controllano l’orbita di lancio per evitare collisioni.

Negli ultimi anni molte organizzazioni hanno lavorato per ridurre la mole di rifiuti spaziali, sviluppando progetti più funzionali. Russia, Cina, Giappone, Francia e Agenzia Spaziale Europea hanno anche approvato linee guida al fine di ridurre lo space junk in orbita. Dopo aver sporcato, è necessario pulire ma questa operazione rappresenta un enorme costo. Al vaglio anche l’impiego di un laser.

Fonte: space.com

 

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