L’anno scorso, Stanford e MIT hanno realizzato un nuovo tipo di robot in grado di muoversi sulla superficie dei nostri abiti tramite l’uso di magneti. Adesso, a quanto pare, questa idea è stata trasformata in un progetto di alta moda. Vi presentiamo il Project Kino.
I piccoli robot sono provvisti di un serie di livree colorate, utili per scopi funzionali ed estetici. Come potete vedere nel video allegato, il movimento di questi dispositivi riesce a modificare il look complessivo.
Project Kino, i robot si muovono sui nostri abiti
“Pensiamo ai dispositivi indossabili come ad assistenti personali. Riteniamo che in futuro, quando avranno un proprio cervello, saranno in grado di imparare le nostre abitudini – afferma Cindy Hsin-Liu Kao del team Project Kino – apprendere il nostro stile professionale e capire quando rimpicciolirsi”.
L’attuale dimensione dimensione dei robottini è sicuramente un ostacolo per molti degli scopi immaginati nel prossimo futuro, per il momento questi dispositivi sono pensati principalmente per scopi ornamentali. I robottini, grazie a piccoli magneti, si muovono sopra i nostri abiti come fossero piccoli ragni. Ogni unità è provvista di sensori, in grado di elaborare luce e temperatura circostante, microfoni e una propria batteria.
Come abbiamo detto, per il momento questa invenzione sembra pensata principalmente per scopi estetici, ma i robottini possono fare molto per noi. Ad esempio, sono in grado di accorciare le maniche in base al clima, spostare un foulard. Per il momento i Kino sono ancora piuttosto ingombranti, ma il team di sviluppo spera di renderli meno visibili. L’attuale autonomia garantisce 45 minuti, troppo poco per un device che dovrebbe accompagnarci nell’arco di tutta la giornata.
Esistono robot di qualsiasi tipo, alcuni sono già pronti a “lavorare”, come il poliziotto robotico presentato a Dubai o Bepper, docente presso la Business School di Bologna. La Professoressa Kao immagina un mondo reso più facile da dispositivi “intelligenti” di piccole dimensioni in grado di adattarsi spontaneamente al contesto ma c’è ancora molta strada da fare.
Fonte: theverge.com