Uno studente di bioingegneria ha progettato un braccio robotico in grado di aiutare le persone sia sorde che cieche ad interagire con il mondo esterno, utilizzando il linguaggio tattile. Proprio attraverso questo linguaggio dei segni tattile dona maggiore indipendenza alle persone con queste patologie.
Lo studente ha avuto l’idea di questa invenzione frequentando lui stesso un corso per la lingua dei segni e venendo a contatto con persone affette da questa patologia, analizzando le loro attività quotidiane e cercare di capire come aiutarle. Le persone affette da sordità possono tranquillamente interagire con il mondo esterno attraverso la lingua dei segni.
Robot in grado di utilizzare il linguaggio dei segni tattile per i sordo ciechi
Le cose si complicano quando oltre ad essere sorde queste persone sono affette anche da cecità. Spesso hanno bisogno di un interprete che utilizzi il linguaggio dei segni e possa interagire per loro con il mondo che li circonda. L’obiettivo primario di questo progetto è quello di creare qualcosa che possa essere utilizzato per qualcuno che si affida alla lingua dei segni come lingua di comunicazione primaria per poter comunicare in modo indipendente, senza affidarsi a un’altra persona per l’interpretazione.
Il robot potrebbe essere utile principalmente a casa, in studi medici o in tutti i luoghi dove è possibile che l’interprete sia non disponibile. Al momento lo studente è ancora alle prime fasi dello sviluppo e si sta concentrando sulle lettere alfabetiche e sta addestrando il robot a scrivere alcune frasi base con le dita. L’obiettivo finale è che il robot parli fluentemente la lingua dei segni, in modo che il dispositivo possa connettersi a sistemi di comunicazione basati su testo come e-mail, messaggi di testo, social media o libri.
L’idea è che il robot sarà in grado di firmare quei messaggi o testi per l’utente. Si vorrebbe anche rendere il robot personalizzabile, poiché, proprio come in qualsiasi altra lingua, ci sono segni, parole o frasi unici usati che significano cose diverse a seconda del contesto culturale.
Foto di Pete Linforth da Pixabay