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Robotica: ricercatori sviluppano materiale per il camuffamento che imita la pelle del polpo

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È un materiale elastico, in silicone, che cambia forma attraverso un meccanismo ispirato dalla papillae di polpo, ovvero muscoli senza scheletro. In un attimo, un polpo può camuffarsi con le alghe o il corallo, assumere forme dal taglio irregolare, cambiando il colore e la consistenza della pelle, diventando così quasi invisibile nel suo ambiente. E, in futuro, i robot potrebbero essere in grado di fare altrettanto. 

I ricercatori hanno creato una forma sintetica di pelle di cefalopodi che può trasformarsi da una superficie piana 2D a tridimensionale con bozzi e  pori. Questa tecnologia potrebbe essere usata, un giorno, su robot morbidi, tipicamente coperti da una pelle “silicone” stretch. “Sono molluschi (i polpi e le seppie) dal corpo morbido e la loro difesa principale è la trasformazione della pelle“, ha detto il biologo Roger Hanlon del Marine Biological Laboratory di Woods Hole, in Massachusetts. Hanlon ha collaborato con gli ingegneri della Cornell University di New York per sviluppare il materiale.

robot

In pratica, gli ingegneri hanno sviluppato molti modi sofisticati per controllare la trasformazione della pelle, facendola diventare morbida ed elastica grazie ad appositi materiali. Ma, con questo studio, hanno voluto fare in modo che ciò avvenisse in fretta, in modo resistente e facile da controllare. 

I robot camuffati potrebbero nascondersi ed essere protetti da attacchi di animali e potremmo approfittare per studiarli nei loro habitat naturali“, spiega Cecilia Laschi, professore di biorobotica presso l’Istituto BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in un articolo di accompagnamento nell’edizione di Science. “Naturalmente, l’arte del camuffamento può anche essere applicato in ambiti militari poichè, riducendo la visibilità di un robot, si offrirebbero vantaggi nell’accesso a zone pericolose“.

robotica

Il complemento dello studio ha richiesto che questa pelle morbida fosse in grado anche di generare alcune “tasche d’aria” o “palloncini”. Spesso, queste tasche vengono gonfiate in tempi e in punti diversi per generare locomozione in un robot. Nella nuova ricerca, questa inflazione robotica ha fatto un ulteriore passo avanti. “Basandosi su questo assunto, i [cefalopodi] possono fare cose che la nostra tecnologia non può fare. Dunque, come possiamo colmare il divario per avere soluzioni tecnologiche pari alle loro abilità incredibili?“: questa è stata la domanda centrale proposta dagli scienziati. 

In questo caso, gonfiare un palloncino è stata una soluzione piuttosto fattibile. Incorporando piccole sfere in fibra nel silicone, gli scienziati sono riusciti a raggiungere un controllo migliore e a modellare la struttura della superficie gonfiata, proprio come un polpo riesce a fare quando trasforma non solo il suo colore, ma anche la forma.

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