Sono ormai anni che ricercatori ed astronomi scrutano le profondità dell’universo a caccia di pianeti sconosciuti e mondi lontani. La speranza è sempre quella di trovare un esopianeta o un sistema planetario che assomiglino alla nostra Terra e al nostro sistema Solare.
A caccia di esopianeti
Poter osservare mondi simili al nostro da lontano e magari in fasi della loro vita primordiali, potrebbe essere di grande aiuto per colmare le lacune sulla storia della nascita del nostro Pianeta e del Sistema Solare.
Sino ad ora sono stati identificati più di 4.000 esopianeti, spesso in orbita attorno a stelle lontane nella Via Lattea. La maggior parte dei sistemi planetari individuati sino ad ora sono molto diversi dal nostro, ma ora potremmo essere ad una svolta. Lo scorso 5 agosto un team di astronomi ha affermato di aver individuato un lontano sistema planetario che presenta intriganti somiglianze con il nostro Sistema Solare interno.
Uno dei pianeti di questo sistema planetario, ha circa la metà della massa di Venere, un altro potrebbe avere degli oceani. E potrebbe esserci anche un pianeta roccioso nella zona abitabile di questo sistema. Per individuare questo straordinario sistema planetario i ricercatori si sono serviti del Very Large Telescope dell’European Southern Observatory (ESO) per effettuare le loro osservazioni.
Un sistema planetario simile al Sistema Solare interno
Il sistema planetario si sviluppa attorno alla stella L 98-59, a soli 35 anni luce di distanza dal nostro. Attorno ad essa orbitano almeno quattro pianeti rocciosi confermati e forse è presente anche un quinto. Inoltre tutti i quattro pianeti conosciuti sono classificate come Super-Terre, ovvero mondi rocciosi di dimensioni maggiori della Terra, ma più piccoli di Nettuno. Questo sistema è molto simile al nostro sistema solare interno, dove si trovano Mercurio, Venere, Terra, Marte. Ma, nel sistema di L 98-59, le scale delle distanze sono diverse.
Il pianeta più interno, L 98-59b, è solo circa la metà della massa di Venere ed è l’esopianeta più leggero trovato finora utilizzando il metodo della velocità radiale. Questa tecnica misura la minuscola “oscillazione” di una stella causata dall’attrazione gravitazionale di pianeti orbitanti. L 98-59b è probabilmente abbastanza secco, anche se non si esclude la presenza di piccole quantità d’acqua. La sua massa è solo 1,01 volte quella della Terra, quindi molto, molto simile. Tuttavia, orbita intorno alla sua stella in soli 2,3 giorni. Il secondo pianeta, L 98-59c ha invece una massa è 2,42 volte quella della Terra e orbita in 2,7 giorni.
Il terzo pianeta, L 98-59d, è quello che ha invece destato maggior interesse nei ricercatori. Sembra infatti che fino al 30% della sua massa sia probabilmente acqua. Ma non sappiamo ancora quanto questo probabile mondo oceanico abbia in comune con la nostra Terra. Ad esempio i ricercatori non hanno ancora determinato se l’acqua di questo mondo sia in superficie o per lo più sotto terra. Questo pianeta ha una massa 2,31 volte quella della Terra e orbita intorno alla sua stella in 7,5 giorni.
Il quarto pianeta, L 98-59e, quello individuato più recentemente in questo sorprendente sistema planetario ha una massa 3,06 volte quella della Terra e impiega 12,796 giorni per compiere la sua orbita completa attorno alla sua stella.
Uno dei pianeti di questo sistema planetario potrebbe essere abitabile
I ricercatori hanno anche raccolto nuove prove che mostrerebbero l’esistenza di un quinto pianeta, che se confermato prenderebbe il nome di L 98-59f. Questo quinto pianeta avrebbe una massa stimata di 2,56 volte la massa della Terra e orbiterebbe in 23,15 giorni.
I pianeti di questo sistema impiegano poco tempo per percorrere le loro orbite poiché si trovano molto vicini alla loro stella. Ma dato che L 98-59 è una piccola e fredda nana rossa, questo significa che il suo quinto pianeta si troverebbe proprio nella zona abitabile del sistema planetario. Si troverebbe dunque in quella zona né troppo calda né troppo fredda, in cui le temperature sono giuste per l’esistenza di acqua liquida sulla superficie dei pianeti rocciosi.
Ph. Credit: ESO/L. Calcada/M. Kornmesser (Riconoscimento: O. Demangeon)