Uno dei telescopi più prolifici degli ultimi anni è ufficialmente morto, o almeno così ha scritto la NASA. Il dispositivo, che nel 2009 è costato bene 600 milioni di dollari, è il responsabile della scoperta di più di 2700 pianeti extra-solari. La sua missione che è durata 9 anni, molto di più di quanto era preventivato, è ormai finita anche se manca solo un piccolo comando per seppellire il tutto nello spazio profondo.
Anche se ormai non è più in funzione, la NASA deve lanciare un ultimo input il quale disattiverà il trasmettitore e le altre apparecchiature. Una volta effettuato questo ultimo passaggio, il telescopio continuerà ad andare alla deriva come un qualsiasi oggetto spaziale inerme. Gli ultimi anni del suo viaggio sono quasi stati un miracolo visto e considerato che aveva subito dei danni a causa di alcuni malfunzionamenti.
Ecco le parole di un portavoce della NASA: “Come prima missione di caccia al pianeta della NASA, Kepler ha selvaggiamente superato tutte le nostre aspettative e aperto la strada alla nostra esplorazione e alla ricerca di vita nel sistema solare e oltre. Non solo ci ha mostrato quanti pianeti potevano esserci là fuori, ma ha creato un campo di ricerca completamente nuovo e robusto che è stato preso d’assalto dalla comunità scientifica. Le sue scoperte hanno gettato una nuova luce sul nostro posto nell’universo e hanno illuminato i misteri e le possibilità allettanti tra le stelle.”
A sostituire il lavoro fatto finora da Kepler adesso c’è un altro telescopio, il TESS, o Transiting Exoplanet Survey Satellite. È stato lanciato in orbita questo aprile tramite un razzo Falcon 9 della SpaceX e il suo obiettivo è scoprire altri 20000 esopianeti.
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