Non è un segreto che dal momento del lancio di Apple Music, il rapporto tra Spotify e la compagnia di Cupertino si sia fatto via via più teso. Dopo che la società del servizio di musica streaming ha pubblicamente accusato la Mela di favoritismi nei confronti del proprio servizio musicale, ora Apple starebbe causando ulteriori problemi a Spotify, soprattutto quando si tratta di negoziare con le etichette musicali.
Come notato da MBW, i contratti tra Spotify e le tre le principali case discografiche sarebbero scaduti già da diversi mesi a causa di una serie di controversie riguardanti la suddivisione dei ricavi. Secondo il rapporto, il contratto con la Universal Music Group sarebbe scaduto da oltre un anno, mentre quello con la Warner Music Group si sarebbe concluso già nei primi mesi del 2016. Anche l’accordo con Sony Music risulta scaduto qualche mese fa.
Spotify è in scadenza di contratto con tutte e tre le principali case discografiche degli Stati Uniti, vale a dire Universal Music, Warner Music e Sony Music.
Temporaneamente, queste scissioni di contratto non hanno ancora causato effetti drastici. Spotify possiede ancora i contenuti in streaming di tutte e tre le etichette, grazie ad una serie di contratti mensili ed è altamente improbabile che una delle società in questione sceglierà di rimuovere il proprio catalogo dal servizio di musica. Tuttavia, è ormai noto che anche il rapporto tra Spotify e le etichette musicali si sia facendo sempre più teso, a causa dell’aumento del numero di piani promo degli abbonati.
Apple Music ha di certo aumentato la pressione a ridosso di Spotify, che con il tentativo di aumentare il numero di iscritti, ha iniziato a proporre piani di musica streaming a prezzi più bassi. In realtà, l’etichette musicali hanno riferito il loro disagio in seguito all’introduzione di piani promozionali, senza avere un contratto sicuro in atto.
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E’ opinione diffusa che l’azienda californiana stia pagando gli editori dal 13,5 al 15% del fatturato, che è leggermente inferiore a quello di Spotify. Inoltre, la compagnia di Cupertino paga le case discografiche il 58% dei suoi ricavi, mentre Spotify il 55%. Ma, con i contratti scaduti, sia le case discografiche sia gli editori stanno cercando di incrementare le percentuali su Spotify, che fatica a raggiungere tali cifre a causa delle sua entrate correnti. Nel 2015, ha registrato una perdita di 194 milioni di dollari nei suoi oltre 2 miliardi di fatturato.
Le esclusive di Apple Music
Secondo il rapporto di oggi, sia Spotify sia le principali etichette sono ottimiste sul piano di trovare un nuovo accordo, nonostante il desiderio di Spotify sia quello di abbassare la percentuale per i diritto d’autore. La mancanza di offerte a lungo termine, però, si presenta come un ostacolo in più nella sua sfida con la concorrenza. Apple, nel frattempo, ha ottenuto l’esclusiva di alcuni album, come quello di Frank Ocean “Bond”, o l’inedito “Gloria” di Britney Spears.
Al WWDC di quest’anno, l’azienda ha rivelato che il suo servizio di musica streaming ha raggiunto i 15 milioni di utenti attivi e paganti, che sono circa la metà di quelli di Spotify. E’ chiaro che la guerra di musica streaming tra Apple e Spotify si sta scaldando sempre di più, ed è probabile che Spotify non si tirerà indietro ad attaccare la compagnia di Cupertino, come quest’ultima non avrà paura di rispondere.