Uno dei problemi che riguarda il cambiamento climatico, e tutti gli effetti di quest’ultimo, è anche la percezione che ha sugli individui. In molti non ci credono mentre altrettanti non lo vedono in modo così grave come viene dipinto, un problema di percezione appunto. Parte di questo rifiuto nasce dal fatto che la Terra ha sempre vissuto dei momenti di passaggio in cui una volta era più fredda e una volta era più calda. Questo è ovviamente, ma diverse situazioni uguale a diverso risultato.
Un nuovo studio sta suggerendo che 115.000 anni fa la Terra a livello climatico e dei livelli degli oceani era pressoché uguale a quella di adesso. In realtà era un po’ messa peggio tanto il livello dei mari era in media tra i 6 e i 9 metri più alto mentre le calotte polari erano ancora più di ridotte di adesso; il periodo è quello conosciuto come Eemiano.
C’è molto più da perdere
La ricerca è arrivata a questo punto nel momento in cui dei ricercatori hanno trovato tracce di piante sull’Isola di Baffin la quale si trova nel Canada nord-orientale. Sulle montagne dove i ghiacciai si sono ritirati sono stati trovati dei resti di vegetazione e la datazione delle analisi le ha fatte risalite di 115.000 anni quindi, con molta probabilità, all’ultima volta che non c’era del ghiaccio in quel punto.
Da questo punto alla media dell’altezza degli oceani il passo è breve. Difficile immaginare un ritiro dei ghiacci solo in quella zona, ma più verosimilmente c’è stata in tutta la calotta polare. Calcolando tutta l’acqua allo stato solido presente in quelle regione si è raggiunti la previsione sopracitata.
Il fatto che la Terra abbia già raggiunto punti così critici non è una scusante per non fare niente e negare il tutto. 115.000 anni fa l’umanità e la civiltà non era così sviluppata e un innalzamento delle acque di tale portata potrebbe aver arrecato pochissimi danni. In parole povere, al giorno abbiamo molto più da perdere che in passato.