Alcuni ricercatori dell’Università cinese della scienza e della tecnologia e dell’Università di medicina del Massachusetts hanno portato avanti uno studio particolare e interessante sotto diversi aspetti. Hanno iniettato una soluzione contenente nanoparticelle in un topo e quest’ultime si sono attaccate ai fotorecettori presenti negli occhi dell’animale.
I mammiferi in natura non sono in grado di vedere gli infrarossi, ma possono vedere sono le onde presenti negli intervalli da 380 a 740 nm dello spettro magnetico. Tutto il resto non viene percepito dai nostri fotorecettori al contrario dei serpenti, per esempio, eppure dopo questa iniezione il topo è riuscito a convertire l’infrarosso in luce visibile.
Ecco alcune dichiarazioni dei ricercatori dietro il progetto; Gang Han: “Quando la luce entra nell’occhio e colpisce la retina, i coni e bastoncelli assorbono i fotoni con lunghezze d’onda della luce visibile e inviano segnali elettrici corrispondenti al cervello. Poiché le lunghezze d’onda dell’infrarosso sono troppo lunghe per essere assorbite dai fotorecettori, non siamo in grado di percepirli.”
Jin Bao: “Nel nostro esperimento, le nanoparticelle hanno assorbito la luce infrarossa intorno a 980 nm in lunghezza d’onda e convertito in luce con un picco a 535 nm, il che ha fatto apparire la luce infrarossa come il colore verde.”
Se vi stesse chiedendo come hanno capito che i topi riuscivano a vedere tale luce e perché li hanno inseriti in stanze particolari. Le cavie preferivano stare nel lato oscuro della stanza mentre l’altro veniva illuminato da luce naturale. Nel momento in cui la luce veniva cambiata in infrarossa e gli animali riposizionati, quest’ultimi evitavano proprio il lato bombardato dalle onde a loro prima invisibili.
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