Le risonanze magnetiche potrebbero ora essere in grado di monitorare lo sviluppo dei tumori al seno in tempo reale e rivelare quali parti di essi stanno crescendo più velocemente. La tecnica di imaging, utilizzata per la prima volta sull’uomo, prevede la magnetizzazione di una delle sostanze chimiche del corpo e la sua scansione con una macchina per MRI (Magnetic Resonance Imaging). Il campo magnetico è generato da una sostanza chimica che le cellule tumorali “consumano” naturalmente, quindi la velocità con cui scompare mostra il livello di attività di un tumore.
Questo espediente può essere fondamentale per aiutare i medici a comprendere il tipo di cancro che si trovano a dover curare e a capire il modo in cui esso agisce. Il Cancer Research Cambridge Institute nel Regno Unito ha guidato la ricerca e ha testato questa nuova tecnica di diagnosi su sette pazienti presso l’ospedale di Addenbrooke. Il cancro al seno è la forma più comune della malattia e viene diagnosticato in più di 55.000 casi ogni anno, causando oltre 11.000 decessi; il problema principale di questa patologia è che essa può aggredire l’organismo in maniera più o meno aggressiva, diffondendosi quindi più o meno velocemente.
Questa tecnica di imaging permette di osservare il tumore in tempo reale, traendone informazioni importantissime
Grazie alla scansione magnetica, i medici saranno in grado di determinare quanto velocemente sta crescendo il tumore e quindi con che urgenza deve essere trattato. La sostanza che questa tecnica sfrutta è presente in natura, conosciuta col nome di piruvato, che viene iniettata nel corpo del paziente. I tumori “si nutrono” di piruvato per ottenere energia, utile alla creazione di nuove cellule cancerose. Posizionando il paziente in uno scanner per risonanza magnetica, gli esperti possono osservare in tempo reale la velocità con cui il tumore sta consumando il piruvato magnetizzato e quindi la velocità con cui esso sta crescendo.
Comprendere il modo in cui un tumore cresce potrebbe aiutare i medici a mettere a punto trattamenti più specifici, evitando che i pazienti vengano sottoposti a terapie insufficienti o eccessive. “Questa è una delle immagini più dettagliate del metabolismo del carcinoma mammario che siamo mai stati in grado di ottenere“, ha affermato il dottor Kevin Brindle. “È come se potessimo vedere respirare il tumore. Combinando questo risultato con i progressi ottenuti nei test genetici, questa scansione potrebbe consentire ai medici di adattare meglio i trattamenti a ciascun paziente e valutare la risposta alla terapia“.