Un trucco inaspettato per ciò che riguarda il cancro può ingannare una componente importante per il nostro sistema immunitario, abbattendo le difese immunitarie contro i tumori solidi. Un team di ricercatori affermano che questa vulnerabilità inaspettata comporta un uso improprio di cellule T, una parte essenziale del buon funzionamento del nostro sistema immunitario.
Questo sottoinsieme di cellule T si manifestano in gran numero nei tumori della testa e del collo, ma non in tessuti simili della bocca infiammati da disturbi comuni come le malattie gengivali. In questa situazione sembra che queste cellule abbiano confuso il loro ruolo all’interno del nostro sistema immunitario e che ora proteggano proprio le cellule tumorali.
I risultati di questa ricerca potrebbero spiegare perché le immunoterapie all’avanguardia, che solitamente funzionano per i tumori del sangue, siano meno efficaci per ciò che riguarda i tumori solidi, responsabili della maggior parte dei decessi per cancro. Ciò indica la strada per futuri farmaci che tolgono quella protezione e potrebbe aprire la strada alle terapie attuali per più persone. La scoperta è arrivata dopo che il team ha sviluppato nuovi metodi per analizzare le cellule nei tessuti infiammati e ha applicato complesse analisi computerizzate ai loro studi.
Hanno confrontato le cellule immunitarie che si trovano all’interno e intorno ai tumori di testa e collo con quelle che sono apparse nei campioni di pazienti trattati per malattie gengivali. Come si poteva pensare le cellule erano simili tra di loro, finché non hanno esaminato più da vicino i loro dati e hanno scoperto una sorprendente differenza in un tipo di cellula T attratta dai campioni di cancro. Le cellule T svolgono una varietà di compiti nel sistema immunitario. Uno dei più importanti è stimolare una risposta infiammatoria, un assalto coordinato per distruggere le cellule danneggiate da agenti infettivi o dal cancro.
Altri tipi di queste cellule, chiamate cellule T regolatorie, cercano di calmare i loro parenti iperattivi. Senza un numero sufficiente di T-reg, le persone possono essere vulnerabili ad abusi incontrollati del proprio sistema immunitario, soffrendo di malattie autoimmuni come il lupus o l’artrite reumatoide. Quello che hanno trovato i ricercatori era una sfumatura diversa di queste cellule. Quelle che si trovano nell’ambiente tumorale sono diverse rispetto a quelle che si trovano in altre parti del corpo. Questi T-reg appositamente contrassegnati erano particolarmente efficaci nel reprimere l’infiammazione, espandendo il numero e proteggendo le cellule tumorali dall’attacco di altri tipi di cellule T.
Utilizzando nuove tecniche che consentono agli scienziati di identificare le caratteristiche di decine di migliaia di singole cellule in un campione e metodi di calcolo avanzati per setacciare i dati. Ha permesso loro di individuare due tipi di proteine recettoriali sulle superfici dei T-reg raccolti dal tumore. Non appena questo duo di marcatori su scala molecolare è stato scoperto, i ricercatori hanno capito che i T-reg che li contengono sarebbero stati facili da individuare con un semplice test: un anticorpo che si lega ai marcatori e porta un tag fluorescente.
Il team di ricercatori sperano di sviluppare un anticorpo “bispecifico”, in grado di catturare due diversi bersagli molecolari contemporaneamente. In questo caso, un braccio della proteina anticorpale a forma di Y si legherebbe al recettore ICOS; l’altro braccio si bloccherebbe sul recettore IL-1R1. Ora, gli scienziati potrebbero avere un percorso per prendere di mira solo i T-reg che sono stati indotti con l’inganno a proteggere i tumori, forse liberando il resto del sistema immunitario per fare il suo lavoro.
Foto di allinonemovie da Pixabay
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