Uber sta lanciando una nuova misura di sicurezza denominata ID Real-Time Check che attraverso l’utilizzo di selfie per i conducenti, serve a prevenire le frodi. In poche parole, questo sistema serve a poter contare in modo più affidabile sulla persona che vi farà da autista quando deciderete di utilizzare il servizio offerto da Uber.
Il sistema, che come detto è chiamato ID Real-Time Check, utilizza l’apprendimento automatico Microsoft per confrontare un selfie scattato sul momento dal driver con il profilo registrato dall’autista al momento in cui si è registrato in Uber. Uber dice che questo sistema è concepito come una misura di sicurezza di protezione sia per il passeggero, che per il conducente allo stesso modo. I driver sono “periodicamente” invitati a fare un selfie nel loro profilo di Uber prima di essere autorizzati ad accettare il servizio e se il selfie non corrisponde al pic in archivio, l’account viene temporaneamente bloccato in modo che Uber può indagare ulteriormente.
Sul versante passeggero, il vantaggio della sicurezza è evidente; per lo meno, questo significa che il driver che si sta ricevendo è lo stesso che ha attraversato operazioni preliminari di sicurezza di Uber (che include anche un controllo dei precedenti penali), piuttosto che qualcuno che potrebbe aver utilizzato le credenziali di un altro driver. Ovviamente non si tratta di una garanzia di perfetta sicurezza (niente lo è del resto), ma la verifica dell’identità del conducente dovrebbe assolutamente portare alla eliminazione dei casi limite in cui i passeggeri si potrebbero trovare in situazione di pericolo. Inoltre, in questa maniera si eviterebbero cose come il fenomeno del cosiddetto “autista fantasma” in Cina.
Sul lato conducente, Uber dice che questa è anche una misura di sicurezza progettata con interessi anche perchi offre il servizio, infatti la società prende atto che questo impedirà le frodi, rappresentando essenzialmente una misura di verifica supplementare ogni volta che si effettua il login. In poche parole, l’obiettivo è anche quello di proteggere i piloti contro il furto di identità. La stampa americana ha cercato di contattare i portavoce di Uber per chiedere delucidazioni sulle loro politiche di conservazione dei dati e di tutte le immagini catturate da questo nuovo sistema, per effettuare il confronto circa l’identità del pilota, ma al momento dalla celebre applicazione non hanno fornito una risposta sulla delicata questione.