Un hamburger artificiale sarà degno di essere chiamato hamburger?

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I dati scientifici parlano chiaro. Se continuiamo a riprodurci così costantemente in 20 anni arriveremo ad un enorme sovrappopolamento dove non ci sarà abbastanza cibo per tutti. La nostra catena alimentare si sta leggermente distruggendo: gli uomini cacciatori sono di più degli animali prede e il bisogno di macellare per poi poterci nutrire è più imminente del tempo di riproduzione degli animali. Come dichiarato da un esperto biologo:

La produzione di carne è uno dei fattori più importanti con cui l’umanità colpisce l’ambiente.

I gas serra emessi durante l’agricoltura animale rappresentano circa il 14,5% del totale

Un aumento di popolazione vegetariana e vegana in questi casi sarebbe un grosso aiuto ma neanche questo basterebbe per risolvere l’emergenza. Secondo alcune persone tra 20/30 anni mangeremo insetti come cavallette, grilli, lucertole, scarafaggi eccetera per cercare di sopravvivere.

La Food and Drug Administration statunitense sta quindi cercando un modo per produrre carne artificiale che abbia comunque un sapore, odore e consistenza della carne vera di animali.

 

 

 

 

Gli studi

In laboratorio le cellule animali sono già impiegate per costruire pelli artificiali e la parte più difficile è stata l’inserzione dei vasi sanguigni. Una singola cellula se non alimentata muore. Impiantare quindi negli uomini delle parti prodotte artificialmente usando la pelle di animale ma non inserendo i vasi sanguigni equivale a produrre del tessuto in necrosi.

Il cuore di maiale sarà ampiamente utilizzato nel trapianto di cuore umano

Attualmente l’FDA cerca di prelevare cellule dagli animali per poi produrre della “vera” carne in laboratorio. Chiamarla carne non è di certo il giusto appellativo, sarebbe un’offesa soprattuto ai tradizionali allevatori. Le cellule per iniziare una cultura della carne provengono da un vero animale, quindi l’appellativo carne per questo motivo è azzeccato. Attualmente gli esperti la definiscono carne pulita o carne coltivata.

Parallelamente in California un gruppo di ricerca cerca di ottenere della carne dalle piante, ma niente hamburger vegetariano. Per farlo si fa ampio uso della biologia molecolare, grazie alla quale si identificano delle proteine ​​o altre molecole che danno alle carni i loro sapori e trame seducenti. Quest’alternativa guarda al il rispetto dell’ambiente, della sicurezza alimentare e del benessere degli animali e cerca una soluzione più economica della carne pulita statunitense.

Nel Texas è presente laboratorio sensoriale per assaggiare e valutare la migliore carne artificiale. Degli esperti vengono chiamati per 6 o 12 mesi per testare le carni, sia naturali che artificiali. In particolare delle carni naturali devono esprimere i principali sapori, anche piccole sottigliezze in modo da aiutare lo studio. Dovranno assaggiare carni crude e cotte in modo da avere un’ampia gamma di sapori, i ricercatori potranno così avere più probabilità di riprodurre fedelmente la carne.

 

 

 

 

 

La produzione di carne secondo FDA

Le cellule della carne pulita vengono poste in un bioreattore, una sorta di macchina in cui possono crescere come se fossero all’interno del corpo. Il bioreattore ha infatti il ruolo di imitare il corpo di un animale soprattutto in temperatura e assicurarsi che le cellule ricevano i nutrienti e i segnali di cui hanno bisogno.

Attualmente già 20 aziende in America hanno questo obiettivo. Più avanti si oserà produrre artificialmente carne di manzo, maiale, frutti di mare, pollame, albume d’uovo senza uova, latte senza mucche, fois gras e cibo per animali domestici.

 

 

 

 

 

La prima carne artificiale

La fantasia della carne artificiale è presente nelle menti umane già dal 1890 ma ha avuto una piccola concretizzazione pochi anni fa. Nel 2013 in una hamburgeria americana è stata fatta una degustazione di hamburger bovini allevati in laboratorio. Il prezzo dell’hamburger era molto caro ma questo non è l’obiettivo per la sopravvivenza tra 30 anni.

Il colore rosa era stato dato dal succo della barbabietola rossa poiché la carne non si sviluppò sufficientemente per avere degli alti tassi di emoglobina e conferire quindi il colore rosa.

Il primo assaggiatore disse che la carne era apparentemente molto simile a quella normale, si notava la differenza ma poteva essere commercializzata come carne di un animale particolare.

Nel 2003 durante un’esposizione artistica a Nantes, alla chiusura, degli artisti furono invitati a mangiare cosce di rana prodotte chimicamente. Il sapore era abbastanza simile, forse dato molto dalla cottura ma la consistenza delle fibre muscolari era totalmente diversa e disgustosa.

 

 

 

 

 

Pro e contro

La coltivazione in laboratorio non prevede l’uso di grandi quantità di terreno da concimare, anche se i processi di laboratorio potrebbero richiedere un dispendio energetico superiore rispetto alla coltivazione normale. Per l’impatto ambientale infatti ci sono due schiere di persone, quelli che ritengono che la carne in laboratorio aiuta l’ambiente e chi dice che i macchinari utilizzati inquinerebbero molto di più.

L’impatto ambientale per convincere i consumatori a mangiare carne artificiale non colpisce quanto i danni che crea sulla salute. Al momento però non si conoscono gli eventuali danni che potrebbe comportare il consumo di carne artificiale perché non esistono dei prodotti per essere testati. Alcuni ritengono che la produzione chimica comporti maggior uso di doping o sostanze chimiche per insaporire e dare la consistenza naturale. Questi agenti chimici realtà sono dannosi per la salute.

La consistenza è il vero problema dell’esperimento. Esistono diverse opzioni per produrre la consistenza muscolare:

  • Le cellule staminali pluripotenti possono trasformarsi in qualsiasi cosa e dividersi molte volte, tuttavia possono essere più difficili da controllare rispetto alle cellule già in cammino per diventare un muscolo.
  • I mioblasti, appaiono naturalmente nei muscoli animali e servono per riparare i danni. Raccoglierli potrebbe facilitare il controllo, ma non si dividono tante volte come le cellule staminali.

Un gustoso boccone di carne contiene più di cellule di fibre muscolari. Il tessuto connettivo mantiene le fibre in posizione e le cellule adipose alimentano gli sforzi delle fibre. Le cellule adipose sono proprio quelle che danno alla carne un sapore speciale. La produzione di grasso in laboratorio è più complicata ma i ricercatori lavorano molto anche su quella.

Chissà se tra 20 anni saremo davvero colpiti dalla crisi alimentare per carenza di materie prime e nel caso come faremmo a sopravvivere.

Silvia Sanna
Silvia Sanna
Sono una studentessa di ingegneria informatica e avendo studiato alle superiori lingue conosco bene lo spagnolo, l'inglese e discretamente il tedesco. Come vedete dalla mia pagina Instagram mi piace scattare foto ai paesaggi che visito e condividerle con gli altri, soprattutto della mia bella Sardegna. Scrivo articoli di tecnologia e scienza perché mi piace divulgare le conoscenze e informarmi di più sulle notizie che leggo e condividerle con i miei lettori. Nel tempo libero mi piace fare dei piccoli progetti elettronici.

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