L’uomo ha più possibilità di fronteggiare un’estinzione di massa entro il prossimo anno rispetto ad un individuo di essere attaccato da uno squalo o colpito da un fulmine, secondo un nuovo studio. I ricercatori hanno concluso che la probabilità che la nostra specie sparisca nel giro di anni è di una su 14.000. Il team che ha tratto questa terrificante conclusione ha anche notato che il rischio aumenta se si aggiungono al calcolo fattori deleteri creati proprio dall’uomo, come le armi nucleari o i cambiamenti climatici.
Un’estinzione di massa è sempre più plausibile in tempi relativamente brevi, se consideriamo il nostro impatto sul pianeta
Il recente studio, che ha avuto come tema centrale proprio la possibilità dell’estinzione umana, è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford. Il team ha poi esaminato i risultati del “dominio” di 200.000 anni che l’uomo ha instaurato sulla Terra per determinare quante fossero le probabilità di scomparire dal pianeta definitivamente; ha poi raccolto reperti archeologici e fossili risalenti a centinaia di migliaia di anni fa per un’ulteriore specchio temporale su cui ragionare.
L’anno scorso, è stato condotto un differente studio, sempre in materia di estinzione di massa, da alcuni ricercatori, che hanno ideato un sistema probabilistico in grado di determinare i tre possibili destini per il nostro pianeta, tenendo costantemente in considerazione l’aumento progressivo della popolazione e gli effetti dei cambiamenti climatici, che sembrano essere sempre più decisivi. Il modo in cui civiltà avanzate come la nostra potrebbe consistere in una serie di eventi catastrofici periodici, un graduale estinzione a causa di malattie o simili, infine un evento globale in grado di annientare in un solo colpo l’esistenza.
Tre sono gli scenari possibili, ma nessuno di questi ci vedrebbe vincitori sulla natura
Gli esperti hanno affermato che una estinzione graduale, all’esito di eventi in grado di porre gli esseri umani in condizioni ambientali incompatibili con la vita, è lo scenario più probabile. Un’estinzione di questo tipo è il risultato più plausibile e soprattutto il meno “drammatico“, se consideriamo che eventi del genere coinvolgono specie animali e vegetali quasi ogni giorno da quando “amministriamo” questo pianeta. Ben poco di cui andare fieri, insomma!
Un’apocalisse concentrata in un unico evento catastrofico sembra essere la meno probabile: il pianeta potrebbe essere troppo “sensibile” e potrebbe non riprendersi mai dai danni causati da eventi di questo tipo, in grado di portare ad un rapido annientamento di tutta la vita intelligente in davvero poco tempo. Gli scienziati hanno quindi affermato che le simulazioni rivelano una verità allarmante sulla sfida che ci apprestiamo ad affrontare, proprio mentre noi stessi, che dovremmo essere i principali custodi di questo pianeta, spingiamo la Terra nella sua era più buia. Peraltro, a scapito soltanto nostro.