Whatsapp svolge senz’altro un ruolo importante nelle nostre vite, anche per le sue nuove ed innate possibilità di utilizzo: in due paesini del torinese viene utilizzato come mezzo di controllo e sorveglianza delle abitazioni, sotto il mirino di ladri e malintenzionati.
Whatsapp, l’arma della giustizia di quartiere
Whatsapp e le sue chat, vengono utilizzate in gruppi con interessi comuni, su scuola, tempo libero ed attività lavorative. Un esiguo numero di persone che se ne serve per sgominare i sempre crescenti tentativi di intrusione ed estorsione che si stanno registrando nelle zone interessate.
Gli abitanti di Val di Torre hanno preso posizione imponendosi con tutti i mezzi a loro disposizione al fine di organizzare ronde e pattugliamenti di quartiere volti a ravvisare e notificare ogni movimento sospetto nei pressi del proprio centro abitato. Scopo che si realizza attraverso la creazione di un gruppo di sorveglianza Whatsapp.Di certo non è una novità assoluta, lo avevamo visto già ai tempi di Givoletto con i cosiddetti Osservatori. Ad ogni modo è curioso notare come, l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, contribuisca ad accrescere la cooperazione sociale volta a garantire l’incolumità e la sicurezza dei cittadini.
Numerosi sono stai gli incontri tra gli esponenti dei rispettivi Enti Comunali interessati ed i Gruppi di Pattugliamento (in particolare a Givoletto e Val della Torre) che si stanno instaurando anche nelle zone della Val di Susa e nei Comuni di La Cassa, Rosta e Villardora. I residenti di dette zone si dicono impauriti e sgomenti di fronte agli atti perpetrati nel corso di questi ultime settimane e non solo per il valore economico degli oggetti rubati ma, soprattutto, per l’instaurarsi di potenziali situazioni critiche che possono condurre a spiacevoli conseguenze circostanziali.
Solo nella Val della Torre sono state quaranta le abitazioni svaligiate nelle ultime settimane, spesso zone periferiche dislocate nelle zone boschive o isolate dal centro cittadino. I sospetti ricadono su gruppi organizzati di ROM che operano assiduamente in zone poco sorvegliate. Per questo, l’utilizzo di mezzi come Whatsapp Messenger potrebbe rivelarsi fondamentale per sfuggire alle cosiddette locuste, così soprannominate dai Carabinieri della stazione di Alpignano. Gruppi che permangono in una zona sino al momento in cui la reputano sicura (da qui l’epiteto precedente).
I messaggi Whatsapp e le chat tra vicini consentono di creare una rete di comunicazioni da utilizzarsi nel momento in cui si lascia casa libera per qualche ora. Una situazione che, nel 2016, risulta quanto meno fuori dagli schemi. Allo stesso modo è stata creata una pagina Facebook dedicata in alternativa all’uso delle chat e dei gruppi privati Whatsapp. Un fenomeno che accresce la paura vista la propensione di questi gruppi ad operare anche in presenza dei residenti.
I Comuni tentano di migliorare l’illuminazione pubblica al fine di scongiurare simili attacchi ed invitano i cittadini a mantenere la calma ed utilizzare, quando possibile, i cosiddetti Gruppi di buon vicinato. Un metodo efficace che esula dagli atti di microcriminalità interna concentrandosi sulla cooperazione pacifica tramite la condivisione delle informazioni.
Noi personalmente ci diciamo indignati di fronte a cotanta gratuita violenza ed al contempo non possiamo che essere entusiasti dell’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione per scopi di sicurezza. Voi cosa ne pensate? Lasciamo a voi commenti e dibattiti in merito all’utilizzo delle piattaforme ed ai nuovi fenomeni. Condividete l’articolo sui social network. Fonte: TorinoRepubblica