Tra i personaggi della Marvel, senza dubbio Wolverine è tra i più amati. Il mutante che al suo interno è fatto di acciaio, con tanto di lunghe unghie che fuoriescono all’occorrenza e dalla pelle capace di auto-guarire. E come tutti i mutanti della serie X-men, dal passato tormentato. A Wolverine è stata dedicata anche una serie cinematografica a parte, avente come protagonista l’australiano Hugh Michael Jackman. Ma Wolverine sta ispirando anche la ricerca scientifica e diventerà presto qualcosa di reale. Vediamo perché.
Il materiale ispirato a Wolverine
A riportare la notizia è Digital Trends. Come ammette Chao Wang, ricercatore e docente dell’Università della California: “Ero un super fan di Wolverine da quando ero molto giovane. Pensavo sempre se i nostri materiali artificiali, dispositivi o attuatori potessero avere anche proprietà di auto-guarigione”.
Un primo passo è stato fatto in precedenza da Christoph Keplinger, Università del Colorado, il quale ha dimostrato che un simile conduttore ionico estensibile e trasparente potrebbe alimentare muscoli artificiali. Tuttavia senza riuscire a realizzare una la proprietà di auto-guarigione. Wang e il suo team hanno combinato un sale ionico altamente resistente con un polimero contenente molecole positive e negative.
Risultato? il materiale risultante si può allungare fino a 50 volte le dimensioni originali, tornando come prima entro 24 ore. Ripristinando le proprietà elettriche quasi subito, resistendo alle condizioni elettrochimiche. Anche se i ricercatori hanno sviluppato gel sintetici rigenerativi e polimeri per più di 15 anni, Wang ha osservato che questo materiale è unico per le sue numerose proprietà. Come lui stesso afferma: “E’ il primo materiale che combina capacità di auto-guarigione a conducibilità, elasticità e trasparenza”.
Più che Wolverine saranno realizzati robot domestici
Nelle intenzioni del team di ricercatori americani, più che la realizzazione di umanoidi simili a Wolverine, c’è quella di realizzare robot domestici che aiutino anziani o casalinghe nelle faccende domestiche. “Immaginate una nuova classe di robot che si basa su materiali elastici, morbidi, essendo alimentati da circuiti elettronici estensibili. Quindi molto più da vicino assomiglia al design elegante della biologia”, ha detto Keplinger.
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Ovvero, umanoidi con una pelle non sono simile a quella umana, ma anche facilmente riparabile. E chissà che non ci saranno altri utilizzi come nel campo della sicurezza e quello militare.