Ecco sette notizie errate molto diffuse su AIDS e HIV

Visto la recente giornata mondiale contro l'AIDS, ecco sette credenze e falsi miti che girano sul web e non solo sulla malattia e sull'HIV.

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Ieri, 1 Dicembre, si è tenuta la giornata mondiale contro l’AIDS, un invito a tutti a sottoporsi al test per HIV veloce e completamente gratuito. Questo virus non è affatto facile da individuare ed è facilmente infettivo, si stima che solo nel 2017 sono state registrate ben 1,8 milioni di nuovi casi nel mondo. L’obiettivo è quello di ridurre i casi il più possibile per il 2030, ma per ora non sta portando i risultati sperati.

“Conosci il tuo stato” è stato lo slogan di questa giornata. Bisognerebbe conoscere ed informarsi bene anche sulla malattia. L’informazione è, infatti, un’ottima arma di prevenzione iniziale contro le malattie infettive. Vediamo sette falsi miti sull’AIDS e HIV.

 

7 errori sull’AIDS diffusi

  • L’AIDS  è la stessa cosa dell’HIV, non è così, bensì essa deriva dal virus dell’HIV, che colpisce il sistema immunitario dell’ospite. Inoltre, chi è stato infetto da questo virus non per forza svilupperà l’AIDS.
  • Le cause più comunemente sentite sono il sesso e le droghe. Non è così, l’unica reale causa è il virus e la sua infezione. Informarsi ed attuare tutte quelle misure preventive per evitare l’infezione e il contagio è la prassi da seguire, indipendentemente se si fa uso di questi fattori di rischi o no.
  • L’AIDS  è un problema solo per gli omosessuali. Errato. Come riportato da alcune ricerche, c’è un maggior rischio e percentuale di infetti tra persone dello stesso sempre, in prigione o trans. La malattia può colpire tutti, senza distinzioni, se non si usano le strategie profilattiche.
  • Avere contatti con gli infetti quotidiani. Uno dei falsi miti più diffuso sul web. La malattia non si diffonde tramite l’aria, bensì è una malattia infettiva parentale, ovvero si trasmette solo con il contatto di sangue, tra cui spicca per l’80% la trasmissione sessuale.
  • Se si hanno rapporti sempre con la stessa persona non c’è bisogno di fare il test. Seppur si possa pensare sia corretto come ragionamento, per evitare ogni rischio bisogna fare un test per tutte le persone sessualmente attive, visto la sua facilità d’uso e i suoi costi gratuiti.
  • Se una persona è infetta o seriopositiva, si nota. Se conosciamo una persona a rischio o infetta, non bisogna discriminarla o deriderla, anzi, aiutarla e convincerla a fare tutti i trattamenti e test consigliati è la soluzione migliore.
  • Se si contrae l’HIV si muore prima. Prima si pensava che chi infetto da questa malattia infettiva riduceva le sue aspettative di prima. Una recente ricerca ha studiato come un 20enne, affetto da HIV, che inizia a curarsi subito, ha un’aspettativa di vita di 78 anni, simile ad un coetaneo sano.