Esopianeti: quelli simili alla Terra sono più comuni di quello che pensassimo

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Secondo nuove simulazioni e ricerche, esopianeti simili al nostro pianeta Terra, con oceani e continenti, potrebbero essere più comuni di quanto si pensasse intorno alle nane rosse. Ciò indica che entro la fine del decennio, le attuali e future missioni di rilevamento degli esopianeti possono aspettarsi di scoprire diversi analoghi della Terra per ulteriori indagini. La gamma di orbite attorno a una stella in cui la temperatura sarebbe adatta a un esopianeta per avere acqua liquida sulla sua superficie è indicata come la zona abitabile.

Questo non indica che ci sia vita o addirittura acqua sul pianeta. In realtà la vita sull’esopianeta nella zona abitabile non è cosi facile. Sulla Terra, sia gli oceani che i continenti svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo geochimico del carbonio, che aiuta a sostenere un clima temperato con acqua liquida e vita.

 

Terra, gli esopianeti simili potrebbero essere di più di quelli che pensiamo

Per cercare quindi pianeti simili alla Terra con una possibile zona abitabile è necessario quindi che terra e acqua coesistano. Ricerche precedenti hanno suggerito che questi mondi sono piuttosto rari anche nelle zone abitabili delle stelle più comuni. Ciò è dovuto a una differenza significativa nel contenuto d’acqua dei materiali rocciosi che si trovano nelle parti interna ed esterna di un disco protoplanetario dove si formano i pianeti, con conseguente creazione di pianeti con troppa o troppo poca acqua nella maggior parte delle situazioni. Tuttavia nuove simulazioni suggeriscono una visione più chiaro.

Prendendo in considerazione l’acqua prodotta dalle interazioni tra la superficie ancora fusa di un giovane pianeta e la sua atmosfera primordiale, il team ha scoperto che ci si aspetta un’ampia gamma di contenuto d’acqua finale. All’interno di tale intervallo, diverse percentuali di pianeti delle dimensioni più o meno della Terra nelle zone abitabili dovrebbero avere quantità d’acqua adeguate per un clima temperato. Questa è una percentuale abbastanza alta che le missioni di indagine sugli esopianeti in corso e future come TESS e PLATO possono aspettarsi di trovare molteplici esempi di esopianeti veramente simili alla Terra.

Gli esopianeti conosciuti appartengono a sistemi planetari che orbitano attorno a una stella. Esistono tuttavia numerose osservazioni non confermate di oggetti di massa planetaria non legati a vincoli gravitazionali con alcuna stella. L’interesse scientifico sugli esopianeti è cresciuto sempre più a partire dal 1992, anno della prima scoperta confermata. Inizialmente il ritmo delle scoperte è stato molto lento, ma a partire dagli anni 2000 ha conosciuto una vera e propria impennata, passando dai 20 pianeti scoperti nel 2000, ai 189 del 2011, ai quasi 2000 del 2015. Spesso la ricerca di esopianeti coincide con la ricerca di mondi in grado di ospitare una forma di vita extraterrestre.

Dunque immaginiamo dei pianeti che potrebbero essere molto simili alla Terra ma che ruotano intorno al proprio Sole da cui traggono energia e luce, ma fuori dal nostro Sistema Solare. Questo ovviamente potrebbe far pensare anche ad altre forme di vita. I progressi degli studi e gli strumenti avanzati utilizzati per le ricerche hanno permesso le nuove scoperte.

Foto di Alexandr da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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