Invecchiamento: legato a una maggiore attività dei geni corti

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Dicono sempre che la lunghezza conta, ma non dobbiamo essere maliziosi. Quello di cui stiamo parlando è la lunghezza dei geni, che sono strettamente collegati all’invecchiamento. La lunghezza dei geni può influenzare la maggior parte dei cambiamenti a livello molecolare che si verificano durante l’invecchiamento. I ricercatori hanno scoperto che i geni più lunghi sono collegati a una durata di vita più lunga e i geni più brevi sono collegati a una durata di vita più breve.

Inoltre sembra che i geni dell’invecchiamento cambiano la loro attività proprio in base alla lunghezza. In modo più preciso quando invecchiamo sono i geni più corti a dettare le regole. Quindi l’attività genica nelle cellule si caratterizza per una mancanza di equilibrio. Questo risultato sembra essere quasi universale: lo hanno scoperto in diversi animali, compresi gli esseri umani e in molti tessuti. Un principio unico e relativamente conciso che sembra spiegare quasi tutti i cambiamenti nell’attività dei geni che si verificano negli animali quando l’età avanzata.

 

Geni corti, questi possono influenzare e contrastare l’invecchiamento

Questa nuova scoperta potrebbe portare nuove strade per rallentare il ritmo dell’invecchiamento. Lo squilibrio dei geni causa l’invecchiamento perché le cellule e gli organismi lavorano per rimanere equilibrati, l’organismo infatti cerca continuamente l’omeostasi. Se l’equilibrio nell’attività dei geni corti e lunghi si sposta in un organismo, succede la stessa cosa. È come se l’invecchiamento fosse questo sottile squilibrio, lontano dall’equilibrio. I piccoli cambiamenti nei geni non sembrano un grosso problema, ma questi sottili cambiamenti richiedono più sforzo.

Il team di ricerca ha analizzato per la prima volta campioni di tessuto di topi. Hanno notato che la lunghezza mediana dei geni si spostava tra l’età di 4 mesi e 9 mesi, un risultato che suggeriva un processo con un esordio precoce. Poi sono passati al modello umano esaminando i cambiamenti nei geni umani dai 30 ai 49 anni, dai 50 ai 69 anni e poi dai 70 anni in su. Cambiamenti misurabili nell’attività genica in base alla lunghezza del gene si sono già verificati quando gli esseri umani hanno raggiunto la mezza età, rintracciando un modello uguale ossia minimi cambiamenti in migliaia di geni diversi.

Questa scoperta metterebbe in crisi l’idea che esista un sottoinsieme di geni responsabili dell’invecchiamento. Anche se i ricercatori hanno scoperto che i geni lunghi sono associati a una maggiore durata della vita, anche i geni corti svolgono un ruolo importante nel corpo; per esempio sono chiamati ad aiutare a combattere gli agenti patogeni. Le alterazioni che portano a uno squilibrio nell’attività genica sono sempre più difficili da contrastare da parte delle cellule.

Foto di Arek Socha da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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