Oltre 1.000 qubit: Atom Computing batte il record nell’informatica quantistica

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Negli ultimi anni, l’informatica quantistica ha fatto passi da gigante, e stavolta il protagonista indiscusso è Atom Computing, una startup specializzata in questa tecnologia emergente.

Atom Computing ha fatto ciò che sembrava impossibile fino a poco tempo fa: ha creato un computer quantistico con ben 1.180 qubit, superando di gran lunga il precedente detentore del record, il computer quantistico Osprey di IBM, che aveva “solo” 433 qubit.

I computer quantistici differiscono dai tradizionali computer binari, poiché i loro bit quantistici, noti come qubit, possono assumere contemporaneamente più stati. Questo nuovo record rappresenta un significativo passo avanti nel campo dell’informatica quantistica, anche se va notato che un numero maggiore di qubit non è necessariamente sinonimo di una maggiore potenza di calcolo.

Tuttavia, un elevato numero di qubit fornisce, in linea di principio, maggiore stabilità a un computer quantistico, rendendolo meno suscettibile all’instabilità delle particelle subatomiche.

Il metodo utilizzato da Atom Computing per raggiungere questo record è altamente innovativo. A differenza delle grandi aziende tecnologiche, che raffreddano i cavi superconduttori a temperature estremamente basse per mantenere i loro qubit, Atom Computing ha intrappolato atomi neutri utilizzando raggi laser in una griglia bidimensionale, semplificando il posizionamento di diversi qubit in uno spazio limitato. Inoltre, ha utilizzato una particella subatomica di itterbio come qubit, anziché gli elettroni tradizionali degli atomi neutri.

Sebbene la versione definitiva di questo nuovo prototipo dovrebbe essere presentata l’anno prossimo, ci sono ancora alcuni passi da compiere prima di avere un computer quantistico veramente affidabile. L’informatica quantistica sta evolvendo rapidamente, ma ci vorrà del tempo prima che diventi una realtà accessibile a tutti.

Foto di Michael Dziedzic su Unsplash

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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