Vodafone Italia si porta oggi un passo avanti nella fase di sperimentazione nel contesto dell’infrastruttura di rete di quinta generazione, per la quale si era aperto un focus specifico sul finire di Ottobre 2017, quando a Milano si era assistito alla finalizzazione positiva della prima connessione condotta in 5G.
Nel corso di queste ore, invece, l’attenzione mediatica si sposta su un altro primato stabilito dall’operatore italiano rosso che, nello specifico, ha completato la prima sperimentazione al mondo di una tecnica capace di estendere il raggio di copertura del segnale 5G. Il tutto grazie all’utilizzo delle portanti ad altissima frequenza 3.7GHz assegnate all’operatore dal Ministero per lo Sviluppo Economico per la sperimentazione del 5G in Italia.
In linea piuttosto generale, è noto che le bande in altissima frequenza consentono di diffondere la portata dello spettro a molti utenti in contemporanea mantenendo inalterata la stabilità di segnale. Ciononostante, per loro stessa natura fisica, tali frequenza hanno una bassa predisposizione alla penetrazione degli ostacoli e perdono quindi di portata se non corrisposte ad un’area in campo aperto libera da vincoli.
A ragione di ciò, Vodafone e Huawei hanno deciso di adottare una soluzione utile che consentisse di bypassare alla fonte l’insorgere di una simile problematica limitazione di campo. Di fatto, le due società sono state in grado di mettere in campo una soluzione in grado di migliorare la copertura del segnale alle alte frequenze utilizzando una singola banda che mette in comunicazione lo smartphone e la rete ma a frequenze differenziate stabilite per il download e l’uplink che, come noto, si utilizzano rispettivamente per ricevere ed inviare dati da e verso la rete.
In questo frangente, i vettori hanno confrontato due scenari diversi: il primo ha visto la stessa banda ad alta frequenza in utilizzo per il downlink e l’uplink, mentre la seconda ha scisso i due sistemi differenziando le frequenze operative e garantendo così una sola banda ad alta frequenza per il downlink ed una a bassa frequenza per l’uplink.
I risultati derivanti da questa nuova analisi hanno consentito di migliorare di un fattore 10 l’intensità del segnale in uplink. Pertanto, la funzionalità a frequenza doppia, altrimenti nota con il nome di 3GPP in corso di standardizzazione presso l’ente abilitato, ha concesso un ulteriore step di ottimizzazione nella gestione del segnale mobile, ora esteso in portata e stabilità.
L’utilizzo di questa tecnologia di trasmissione consentirà in futuro di aumentare quindi la copertura del segnale e la potenza in standard 5G nelle zone dove maggiore sarà l’impatto negativo derivante dal fenomeno di attenuazione di campo.
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