Panasonic Lumix BS1H è una box camera full frame da sogno, la perfetta soluzione ambita da milioni di videomaker nel mondo, per la sua grandissima qualità costruttiva, immagini da sogno ed una serie di funzioni che la possono davvero rendere unica nel proprio genere. In vendita ad un prezzo di listino di circa 3500 euro, senza ottica integrata, vuole distinguersi dalla sorella minore, BGH1, la micro quattro terzi che abbiamo recensito qui, ci riuscirà? scopriamolo assieme nella recensione completa.
Estetica e Design
Portabilità ai massimi livelli per il prodotto recensito, sebbene sia completamente assente alcun tipo di impugnatura, le dimensioni sono talmente ridotte da permettere il posizionamento quasi in un marsupio (smontando l’ottica, ovviamente); più precisamente raggiungono 93 x 93 x 78,8 millimetri, con un peso che si aggira attorno ai 585 grammi, senza batteria.
La scocca è realizzata in lega di magnesio, con una infinità di pulsanti personalizzabili e di agganci a vite pensati per l’installazione di molteplici accessori. Il prodotto viene commercializzato in versione standard, ovvero senza batteria (dovrà essere acquistata a parte, altrimenti da utilizzare collegato alla presa a muro) e display. La connettività fisica non potrebbe essere più ricca, sono infatti presenti USB type-C 3.1 di prima generazione, HDMI di tipo A, SDI, ethernet (RJ-45), jack da 2,5 millimetri per l’input remoto, ingresso da 3,5mm per microfono, jack da 3,5 millimetri per le cuffie, TC IN/OUT ed ovviamente due slot SD.
I pulsanti seguono esattamente la medesima disposizione della BGH1, sono tutti raccolti nella parte superiore (con l’eccezione dell’accensione e di alcuni personalizzabili anteriormente), con una buona disposizione, sono facilmente raggiungibili ed è possibile distinguere il tasto di registrazione con la caratteristica colorazione rossa.
Hardware e qualità video
La Panasonic Lumix BS1H è a tutti gli effetti una S1H in formato box, di conseguenza il sensore è un CMOS full frame da 35,6 x 23,8 millimetri con 24,20 megapixel effettivi, e filtro a colori primari, nonché rivestimento antiriflesso. Il sensore non presenta stabilizzatore ottico integrato, e la macchina in sé non può essere utilizzata per scattare istantanee, è a tutti gli effetti una videocamera che può realizzare solamente filmati, se non in collegamento con il software Lumix Tether for Multicam.
L’otturatore ha una velocità che oscilla tra 1/16000 e 1/2 secondo, dual native ISO fino a 204’800 (esteso), e naturalmente registrazione V-LOG e HLG interna. Il controllo dell’esposizione offre un sistema di rilevamento multi-pattern a 1728 zone, con un autofocus a contrasto e tecnologia Depth from Defocus. Come vi raccontavamo nella precedente recensione, i passi in avanti compiuti da Panasonic sono enormi rispetto al passato, sebbene ancora oggi possa essere ritenuta un piccolo passo indietro in confronto a quanto offrono Fujifilm o Sony. Il passaggio da un soggetto all’altro è rapido ed affidabile, tuttavia lo stacco è troppo netto, tale da non garantire una piacevole sfumatura.
La ripresa può essere effettuata al massimo in 6K a 24fps a 10 bit, senza crop ed utilizzo completo del fotogramma, o registrazione 4K a 60fps anamorfica, è una videocamera professionale, perfettamente compatibile con l’installazione su un drone o una sospensione cardanica. Nel corso di lunghe sessioni di utilizzo abbiamo notato una eccellente dissipazione del calore, il prodotto non si è mai surriscaldato, né ha mostrato segni di cedimento.
Le altre funzioni interessanti riguardano il supporto alla registrazione interna/esterna simultanea, passando per l’uscita dati RAW. Parlare di resa su un prodotto tanto qualitativo può apparire quasi superfluo, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla qualità garantita in ogni condizione di luce, con dettagli nitidi e precisi, nonché comunque con una nitidezza invidiabile sull’intero fotogramma. Il bilanciamento del bianco segue perfettamente la realtà della scena inquadrata, con un’ottima gestione delle forti luci, senza tendenze a bruciare parti dell’inquadratura.
Riducendo la luce generale le immagini restano di alto livello, l’autofocus non fatica a mettere a fuoco il soggetto, con il rumore digitale che inizia soltanto a palesarsi nel momento in cui gli ISO aumentano vertiginosamente. La Panasonic BS1H è un prodotto consigliato per ogni condizione di luce, ma principalmente su un cavalletto, su un treppiede o uno stabilizzatore, poiché l’assenza di una impugnatura e dello stabilizzatore ottico sul sensore (a meno che non lo abbiate nell’ottica), si fanno sentire e limitano la portabilità generale.
Panasonic BS1H: conclusioni
In conclusione la Panasonic BS1H è una autentica meraviglia, una videocamera box style da consigliare ad occhi chiusi agli utenti professionisti che sono alla ricerca del meglio, con tantissime possibilità di personalizzazione negli ingressi/uscite, oltre agli 11 agganci a vite dove posizionare gli accessori. A tutto questo aggiungiamo la presenza del 6K a 24fps, con supporto V-LOG, anamorfico e HLG, per completare una proposta quasi senza pari.
L’unico aspetto negativo, al netto dell’assenza dello stabilizzatore sul sensore, è forse la limitazione del non integrare una batteria removibile nel packaging, considerata la spesa, l’azienda avrebbe effettivamente potuto fare un piccolo sforzo.