Realme 7 Pro è lo smartphone che porta sul mobile la ricarica più rapida mai vista prima, supporta infatti addirittura 65 watt, con la ricarica completa del 100% in soli 34 minuti. Al netto di questa peculiarità unica nel suo genere, il terminale è ricco di caratteristiche e di potenzialità tutte da scoprire.
Esteticamente non si discosta da quanto siamo solitamente abituati a vedere in casa Realme, le dimensioni sono relativamente ridotte, 160,9 x 74,3 x 8,7 millimetri di spessore, con un peso di 182 grammi. Il prodotto ha una forma leggermente bombata che ne facilita l’ergonomia, è leggero e facilmente trasportabile; se proprio dovessimo trovare un difetto, forse è leggermente troppo spesso. Posteriormente troviamo una back cover opaca che non trattiene particolarmente le ditate, molto interessanti i giochi di luce e la disposizione delle camere, diversa dagli altri modelli, sono posizionate in un rettangolo sulla parte sinistra (è leggermente sporgente, su un piano di lavoro si farà sentire).
Hardware e specifiche tecniche
Il display è un bellissimo SuperAMOLED da 6.4 pollici, con risoluzione FullHD+ (1080 x 2400 pixel), 411 ppi, rapporto d’aspetto 20:9, protezione Gorilla Glass e screen-to-body del 90,8%. Ottima scelta per questo Realme 7 Pro, tutte le tonalità vengono rispettate perfettamente, il livello del dettaglio è molto elevato ed il touchscreen estremamente preciso. I toni sono leggermente “freddi” di default, se amate un bianco più caldo lo potrete ottenere dal menù Impostazioni. L’unica cosa che manca è sicuramente la frequenza d’aggiornamento a 90Hz, purtroppo il pannello si ferma a 60Hz, ma dobbiamo ammettere che nell’utilizzo quotidiano non ne abbiamo sentito particolarmente la mancanza. Le cornici sono sottilissime e simmetriche.
Sotto il cofano troviamo l’altra “sorpresa” per il Realme 7 Pro, ovvero il processore Qualcomm Snapdragon 720G, un octa-core con frequenza di clock fissata a 2.36GHz, con GPU Adreno 618, nonché 8GB di RAM (è acquistabile inoltre nella versione da 6GB) e 128GB di memoria interna UFS 2.1. Anche in questo caso la scelta si è rivelata essere più che azzeccata, lo smartphone funziona benissimo, non rallenta in nessun caso, si può tranquillamente utilizzare anche per giocare (qualche piccolo lag qua e là si trova) o per svolgere qualsiasi operazione. Lo Snapdragon 720G si dimostra essere un ottimo processore in grado di soddisfare gli utenti più esigenti, senza richiedere una spesa troppo elevata (non scalda, né consuma troppa energia).
Il Realme 7 Pro è uno smartphone dual SIM, il carrellino presenta 3 slot differenti, di conseguenza sarà possibile posizionare due nano SIM ed una microSD per l’espansione di memoria in contemporanea. Assente alcun tipo di certificazione di impermeabilità.
Lo sblocco del terminale può avvenire in due modi, sfruttando il sensore per le impronte digitali, posizionato sapientemente sotto il display, oppure il riconoscimento del viso 2D. Il primo è forse leggermente più lento rispetto a quanto Realme ci ha abituati in passato, ma resta ancora perfettamente godibile dall’utente che si aspetta e pretende una certa rapidità. Lo sblocco con il viso 2D è sicuramente più veloce, nell’utilizzo in combinata, appunto, sfrutterete molto più spesso la camera frontale (incastonata in un piccolissimo foro), poiché decisamente più rapida.
La connettività è composta dalla USB type-C 2.0 posizionata nella parte inferiore, dal GPS, WiFi 802.11 ac dual band, bluetooth 5.1 e 4G+ (non è uno smartphone 5G). Assente NFC, mentre presente, se interessati, il jack da 3,5 millimetri.
L’altoparlante è stereo, sfrutta quindi sia la capsula auricolare che lo speaker posizionato nella parte bassa del terminale. La qualità è discreta, buon volume elevato, ma le frequenze alte non vengono rispettate pienamente, di conseguenza il suono appare leggermente distorto.
Fotocamera, Batteria e Sistema operativo
Il comparto fotografico è composto da 4 sensori posteriori, suddivisi in un principale Sony IMX682 da 64 megapixel con apertura F1.8 (senza ToF), un grandangolare da 8 megapixel con apertura F2.3 e angolo di visuale di 119°, una macro da 2 megapixel e un bokeh da 2 megapixel con apertura F2.4. Tutti gli scatti sono realizzati, con il pixel bining, a 16MP.
La resa è complessivamente discreta, anche se forse di un gradino inferiore a quanto siamo abituati a vedere in questa fascia di prezzo, i sensori macro e bokeh sono relativamente inutili. Le immagini sono buone all’aperto, i colori non risultano essere particolarmente saturi, tutte le tonalità vengono riprodotte fedelmente, ed allo stesso tempo sono in grado di garantire un buon livello di dettaglio. Gli effetti bokeh sono più che sufficienti, riescono a scontornare molto bene il soggetto da inquadrare.
Al chiuso il discorso cambia, il rumore si inizia a vedere molto prima del previsto, le immagini risultano essere particolarmente sature ed i colori sono fin troppo vividi. Il tentativo è di sopperire alla mancanza di dettaglio con una vividezza maggiore, il risultato è complessivamente sufficiente, ma avrebbero potuto fare un qualcosina di più. La modalità notte porta grande luminosità nell’immagine, sebbene comunque sia quasi inutilizzabile, proprio perché il rumore e la distorsione nella stessa sono troppo elevati.
I video sono realizzati al massimo in 4K a 30fps, è assente la stabilizzazione ottica, l’utente si dovrà affidare interamente all’elettronica. I risultati sono pienamente soddisfacenti, qualità e dettaglio ricalcano quanto detto poco sopra, ma ciò che ha stupito è sicuramente la stabilità dell’immagine anche con ripresa in 4K, davvero ottima. Da segnalare la possibilità di attivare due livelli di ultra stabilizzazione, da utilizzare con le dovute cautele e precauzioni, poiché rendono la ripresa più stabile, ma riducono di molto la qualità della ripresa.
Anteriormente è stato posizionato un sensore da 32 megapixel con apertura F2.5 e angolo di visuale di 85°. I risultati sono stati davvero sorprendenti, ottimo sopratutto all’aperto, i colori vengono ben riprodotti e l’immagine non risulta essere particolarmente satura. Al chiuso ovviamente fa molta fatica, il rischio è di realizzare uno scatto mosso, anche se è un problema che attanaglia la stragrande maggioranza dei device in commercio.
Il sistema operativo è Android 10, aggiornato con le patch del 5 agosto 2020, e personalizzazione grafica Realme UI. Una interfaccia molto simile alla ColorOS, già vista sui precedenti modelli Realme, comunque molto valida, in termini di velocità e semplicità di utilizzo. Non stravolge Android, l’utente si ritrova quasi a godere di un’esperienza stock, con alcune piccole migliorie, come il menù laterale, lo spazio gioco e la possibilità di accedere a Google Assistant mantenendo la pressione sul tasto di accensione/spegnimento (non dimentichiamo ovviamente la clonazione delle applicazioni). Personalmente la ritengo molto giovanile, fresca ed innovativa, quasi completamente esente da lag di alcun tipo.
La batteria è l’ultimo punto cardine del Realme 7 Pro, integra ricarica rapida a 65 watt, una delle più veloci mai viste prima sul mobile. Il terminale può caricarsi del 100% in soli 34 minuti, o addirittura del 50% in 12 minuti, intervalli temporali assolutamente incredibili che fanno strabuzzare gli occhi anche ai più scettici (in confezione si trova l’alimentatore da 65 watt). Il componente non supporta ricarica wireless o inversa, è da 4’500mAh, e come durata lo possiamo definire assolutamente nella media. Ipotizzando un utilizzo standard con always-on-display sempre attivo (è presente, si vedono le icone delle notifiche, ma non è personalizzabile), ho totalizzato circa 4 ore di display attivo con l’8% di carica residua; ricordiamo che i nostri standard parlano in media di 3,30/4 ore di display. La durata è senza infamia e senza lode, la velocità di ricarica è tuttavia incredibile.
Realme 7 Pro: conclusioni
In conclusione Realme 7 Pro è uno smartphone che vuole far parlare di sé per la ricarica rapida a 65 watt, per un prezzo non particolarmente elevato, e per un display incredibilmente interessante. L’utente che sceglierà di acquistarlo dovrà rinunciare in parte al comparto fotografico, forse il tallone d’Achille del dispositivo stesso.
Qui sotto trovate la videorecensione ed un riepilogo con i punti finali.