Recensione Sheltered 2: un survival game atipico con base tattica

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Sheltered 2 lo possiamo definire come un survival game atipico, infatti perde la vena d’azione e di “ansia” caratteristiche dei titoli dello stesso tipo, per guadagnare una base tattica che spinge l’utente alla pianificazione, piuttosto che al mira e uccidi. Sviluppato da Unicube, e pubblicato da Team17, il titolo è disponibile solo ed esclusivamente su PC, ad un prezzo di circa 20 euro.

 

Trama

L’ambiente in cui verremo effettivamente catapultati è il classico post-apocalittico, qualche anno prima si è scatenata una epidemia, che ha trasformato la maggior parte della popolazione in zombie (o morti viventi), decimandola completamente. Sono davvero pochissimi gli esseri umani che ne sono usciti indenni, e come il buon The Walking Dead insegna, si sono raccolti in piccole comunità, con l’unico obiettivo di sopravvivere.

Prenderemo le redini di una piccola fazione di individui, rintanata in un rifugio antiatomico, accompagnandola in un lungo viaggio che la vedrà cercare di superare le avversità, difendendosi da continui attacchi di non-morti. Il costrutto narrativo non è perfettamente integrato nel gameplay, funge solamente da collante in una storia che ripercorre gli stereotipi del settore, senza essere in grado di innovare o di portare un qualcosa di nuovo. I dialoghi sono molto semplici, e senza una verve particolare, anche se complessivamente ben costruiti; purtroppo manca completamente la localizzazione in lingua italiana.

 

Grafica

Tecnicamente Sheltered 2 ha uno sviluppo quasi interamente 2D a scorrimento orizzontale, con una netta suddivisione dei piani del bunker da gestire e da organizzare per migliorare il più possibile la vita dei “residenti”. La scelta di colori abbastanza spenti segue il filone narrativo e l’ambientazione, restando fedele alla propria natura complessiva; ottima la gestione dei punti luce, mezzi ideale per rischiarare un’area accrescendo il coinvolgimento ed il senso di emancipazione.

dettagli e la nitidezza generali sono discreti, buone le texture ed i modelli poligonali dei personaggi, loro stessi in 2D. Il frame rate non ha subito cali di sorta, graficamente non richiede un grandissimo sforzo, noi lo abbiamo testato su un MSI GP66 Leopard, con Nvidia GeForce RTX3070 con 8GB dedicati, senza difficoltà.

La colonna sonora accompagna l’intera esperienza con brani in linea con le aspettative, complessivamente piacevoli, anche se avremmo preferito una maggiore attenzione sui rumori e suoni ambientali.

 

Stile di gioco

Sheltered 2 non può essere individuato con un solo stile, in quanto gli sviluppatori lo hanno infarcito di più meccaniche, creando una leggera confusione complessiva. Nel corso dell’esperienza si avvicinerà ad un gestionale, ad uno strategico, ma anche ad un RPG, data la caratterizzazione dei vari personaggi. Un gioco che non sembra avere le idee molto chiare su ciò che vuole essere, pur riuscendo a convincere nell’insieme.

Inizialmente sarà necessario creare i 3 personaggi principali, composti dal leader e da due “assistenti”, con una profonda personalizzazione; ammirabile la scelta di fornire all’utente la possibilità di ricrearli a propria immagine e somiglianza, non solo esteticamente, ma anche quanto ne concerne l’aspetto caratteriale. Nel momento in cui si entrerà “fisicamente” nel rifugio antiatomico, gli obiettivi diverranno lentamente più chiari, grazie anche ad un approfondito tutorial che spiegherà tutte le meccaniche di gioco (sebbene non completamente).

La similitudine più comune vede paragonare Sheltered 2 ad un The Sims, di conseguenza il nostro compito sarà di soddisfare i bisogni primari dei sopravvissuti, cercando di accontentarli in tutto e per tutto. Le meccaniche si staccano in parte dalle suddette, portandoci a saper gestire perfettamente le risorse, ed inoltre introducendo un sistema di crafting, essenziale per costruire nuovi mezzi di sostentamento o vitali per la sopravvivenza, affiancato dalla normale routine di manutenzione della base.

L’attenzione posta dall’utente deve essere massima, in quanto la maggior parte delle azioni non viene eseguita in automatico, di conseguenza le richieste sono talmente tante da creare una sorta di stato confusionale, sopratutto nel giocatore non particolarmente avvezzo a titoli dello stesso tipo.

 

I viaggi per la sopravvivenza

L’esperienza fortunatamente non si focalizza esclusivamente nel bunker sotterraneo, ma si articola anche in viaggi per la sopravvivenza, definite spedizioni, portandoci ad abbandonare la base ed addentrandoci nei dintorni. La scelta dell’area da esplorare ricadrà su una mappa esagonale, all’interno della quale si potranno incrociare nemici (gli zombie o membri delle altre fazioni) contro i quali combattere, o mercanti per scambiare merci e/o beni di prima necessità.

Il sistema di combattimento si affida interamente all’asincrono, o meglio definito sistema a turni (come in Disciples Liberation), abbastanza noioso e non perfettamente realizzato. Non sempre sarà necessario ricorrere “alle armi”, infatti sarà possibile stringere delle alleanze con le altre fazioni, soddisfacendone alcune missioni secondarie, come ad esempio la raccolta di un determinato quantitativo di materiali, o similari. Prima di ogni combattimento, verrà offerta la possibilità di instaurare un dialogo, in modo da sondare il terreno, decidendo poi cosa fare. Al termine di ogni spedizione si riceverà una ricompensa casuale, composta da alimenti, strumenti o materiali utili per il sostentamento, i quali potranno essere utilizzati anche per soddisfare le quest secondarie.

 

Sheltered 2: conclusioni

In conclusione Sheltered 2 lo possiamo ritenere un buon survival dalle mille anime, di gestionale, di gioco a turni, strategico e chi più ne ha più ne metta, ma principalmente votato verso una nicchia di utenti, amanti dei tantissimi tecnicismi, dei dettagli precisissimi e della difficoltà complessiva abbastanza elevata. Le tantissime meccaniche incluse dagli sviluppatori possono creare confusione ai non avvezzi, per questo motivo lo riteniamo un titolo valido, ma non adatto a tutti.

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