Recensione Testament: The Order of High Human, la grafica non basta

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Testament: The Order of High Human è un action RPG che nel corso degli ultimi mesi ha indubbiamente catturato l’attenzione dei consumatori, mettendo sul piatto una grafica sopraffina, condito con una buona dose di magia (che non guasta mai) e combattimenti a non finire. Le ambizioni del piccolo studio erano altissime, tanto da bruciarsi con la realizzazione di un gioco non riuscito molto bene, argomentiamo il tutto con la nostra recensione completa.

 

Trama

Il costrutto narrativo affonda le radici nel mondo fantasy, all’interno del quale troviamo Aran, sovrano di Tessara, tradito nientemeno che dal sangue del suo sangue, il fratello Avra, pronto a detronizzarlo e scaricarlo non si sa dove morente. Per fortuna di Aran, in suo aiuto accorre Padre Natura, una figura mitologica che lo ristora e gli permette di guarire, ma che allo stesso tempo decide di tenerlo prigioniero. Data l’assenza del sovrano, il caos regna sui possedimenti, con numerosi orchi pronti ad invaderle per derubare ed uccidere la popolazione. L’avventura inizia con la fuga di Aran da Padre Natura ed un unico obiettivo in mente: ricacciare gli orchi e farla pagare a suo fratello, solo dopo aver riacquisito i poteri magici. Una trama molto classica, che purtroppo non spicca di originalità, né riesce a convincere a causa di interpreti molto standardizzati e senza il mordente necessario per generare un’emozione nell’utente finale. Il titolo è interamente localizzato in lingua inglese, con solamente i sottotitoli ed i menù in italiano.

 

Grafica

Il comparto tecnico di Testament: The Order of High Human è ben realizzato, non delude le aspettative e riesce a mantenere il frame rate fisso nella maggior parte delle occasioni. La scelta di puntare sul motore grafico di ultima generazione convince, con dettagli sufficientemente precisi, texture ben definite ed una conta poligonale più che discreta. Le movenze dei nemici sono abbastanza fluide, mancano in parte di dettaglio, ma considerando la natura del titolo, non possiamo davvero lamentarci, perché i vari biomi che si attraversano offrono ottimi colpi d’occhio. La colonna sonora è a sua volta discreta, riesce ad accompagnare il giocatore nell’azione, sottolineando determinati momenti dell’esperienza, anche in questo caso però senza riuscire a spiccare o permettergli di compiere il salto di qualità.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Testament: The Order of High Human è un action RPG, pertanto alla base troviamo i combattimenti con le classiche mosse (attacchi leggeri, pesanti, schivate e simili), che alle spalle nascondono non pochi problemi di progettazione e di attuazione. La base esiste ed è buona, spesso però ci siamo ritrovati con colpi corretti ma non andati a segno, combo che non hanno né capo né coda, livello di difficoltà sbilanciato, intelligenza artificiale inadeguata (i nemici non ci vedono, non sono in grado di seguirci e sfruttano tattiche insensate) e sopratutto l’assenza di una parata. A cercare di rendere l’esperienza più versatile troviamo la presenza di arco e frecce (altrimenti si affiderebbe sempre alla spada), con uno stealth veramente elementare ed antiquato, e la magia. Aran infatti può fare affidamento su una serie di incantesimi, tanto simili da essere quasi inutili, poiché non offrono varietà d’azione o di approccio, risultando sempre esattamente gli stessi (ma graficamente sono molto belli).

Il numero di armi tra cui scegliere è vario, il problema sta nel fatto che sembrano danneggiare tutte in egual misura i nemici, e gli stessi fornire un quantitativo indifferente di punti esperienza. Le difficoltà nella realizzazione le troviamo anche nella meccanica di gioco, viene tralasciata buona parte dell’esplorazione, se non con l’introduzione di un divertente sistema di parkour che allieta l’esperienza, per infarcire ogni scena di un quantitativo sempre maggiore di nemici, spesso buttati in scena senza un senso logico.

Tutto questo per sottolineare l’estrema monotonia di Testament: The Order of High-Human, sia in termini di cose da fare, che anche di nemici, loro stessi non sono molto vari, ed anche i boss purtroppo diventano monotoni, poichè il moveset risulta essere estremamente limitato. Gli unici punti positivi vanno a toccare il parkour, o meglio definito le sezioni platform, che riescono a spezzare l’esperienza e ridurre la suddetta monotonia, nonché i (purtroppo) pochissimi puzzle ambientali, ben congeniati e studiati (anche se difficilmente vi bloccherete).

 

Testament: The Order of High Human – conclusioni

In conclusione Testament: The Order of High Human è purtroppo troppo raffazzonato per riuscire a guadagnarsi la sufficienza, il comparto tecnico è discreto, ma sono davvero troppe le lacune che vi abbiamo raccontato per riuscire a superarle. A tutte le precedenti potremmo anche aggiungere un percorso prestabilito nella progressione del personaggio, che limita al massimo le possibilità di scelta, non dando la possibilità all’utente finale di personalizzarla a piacimento.

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