Trepang2 è uno sparatutto frenetico che affonda le radici in un gameplay ben congeniato, per nulla originale, ma comunque in grado di divertire il giocatore finale, proprio con la sua capacità di “pescare” qua e là da titoli che hanno fatto la storia del settore, come Call of Duty, ma anche Resident Evil e simili. Vediamolo meglio da vicino con la nostra recensione completa.
Trama e Grafica
Il costrutto narrativo di Trepang2 è molto lineare e sa di già visto, il nostro personaggio è il Soggetto 106, salvato letteralmente dalle grinfie della Horizon Corporation, l’acerrimo nemico che dovremo combattere e sconfiggere per tutta l’avventura. Il nostro obiettivo ultimo è proprio questo: avere la meglio una volta per tutte contro la Horizon, ci riusciremo?. La direzione artistica è originale, proprio per la capacità degli sviluppatori di riuscire a collegare tra loro livelli molto differenti, infatti si attraversano caserme militari, ma anche aree piene zeppe di zombie o da horror psicologici; un connubio che alla lunga funziona, proprio perché perde in ripetitività e riesce molto spesso a dare all’utente in pasto un qualcosa di differente ogni momento. Il doppiaggio in lingua inglese vi strapperà sicuramente qualche risata, sopratutto per il suo essere molto più strano di quanto abbiate mai sentito.
Il comparto tecnico, nella nostra prova su PS5, si è rivelato essere più che discreto, non si tratta di un tripla A, né comunque di un titolo con il quale voler godere di paesaggi mozzafiato. La conta poligonale non è altissima, stesso discorso per le texture non sempre dettagliate (sopratutto negli elementi a corredo delle scene), ma l’ottima gestione dell’HDR e dei punti luce, può restituire qualche momento di puro godimento. Ottima la fluidità, non abbiamo praticamente mai notato cali di frame rate di sorta, e in un gioco così fluido e immediato è fondamentale.
Meccanica di gioco e Gameplay
Trepang2 è a tutti gli effetti uno sparatutto in prima persona (FPS), all’interno del quale gli utenti possono avere tra le mani un arsenale abbastanza vario ed in parte personalizzabile, ad esempio si possono aggiungere accessori alla pistola (come il silenziatore dal secondo livello) per un massimo di due o tre componenti. L’installazione non è sempre possibile, ma solo sui banchi di lavoro che gli sviluppatori hanno disseminato per i livelli; allo stesso modo gli stessi accessori vanno sbloccati, mediante la ricerca di specifici collezionabili, non mancano invece munizioni e (che dipendono direttamente dal livello di difficoltà) e oggetti da lancio, quali possono essere granate accecanti, molotov e simili.
Il personaggio ha una vita che ricorda chiaramente Call of Duty o tutti gli FPS, infatti la verde indica il livello di salute (recuperabile con i kit medici), quella blu invece l’armatura, che può essere “recuperata” andando a raccogliere le piastre rilasciate dai nemici. Il combattimento in sé è estremamente frenetico, molto più di un Doom qualsiasi, tanto da spingervi a continuare a correre, scivolare, arretrare dietro protezioni speciali oppure nascondervi dietro i nemici. L’unica cosa che non bisogna fare è stare fermi, grazie ad una intelligenza artificiale ben studiata che opta per scelte ragionate atte a mettervi il più delle volte in difficoltà; al termine di ogni livello si trova un boss, il cui livello di difficoltà segue una curva di progressione discreta, senza picchi particolarmente elevati.
Trepang2 – conclusioni
In conclusione Trepang2 è il titolo da giocare se amate gli FPS e volete trascorrere qualche ora a sparare senza pensare troppo, ragionamento figlio di un gameplay assolutamente ottimo, con meccaniche che richiamano i titoli più classici del settore, capaci di creare il giusto mix per un’esperienza assolutamente degna da giocare, grazie anche alla presenza di un buon quantitativo di armi ben realizzate (e facilmente personalizzabili). La longevità, di circa 13 ore, è più che sufficiente per godere appieno dell’esperienza confezionata dagli sviluppatori, la quale potrà essere estesa affrontando le stesse missioni ad un livello di difficoltà più alto.