Lacrime di coccodrillo: qual è l’origine di questa espressione

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L’origine dell’espressione “lacrime di coccodrillo” è affascinante e risale al XIV secolo, avendo radici nei racconti medievali e nella letteratura shakespeariana. Questa frase, che denota una tristezza finta o ipocrita, ha le sue radici nei resoconti presenti in “I viaggi di Sir John Mandeville“. Questo celebre diario di viaggio documentava le avventure di Sir John Mandeville in Asia e si caratterizzava per una miscela di scoperte straordinarie e racconti romanzati. Tra questi racconti, c’era una descrizione dei coccodrilli, che venivano raffigurati come creature simili a serpenti che piangono mentre uccidono e divorano la loro preda senza pietà.

Secondo Ancient-Origins, Mandeville descrisse vividamente queste creature, sostenendo che “Questi serpenti attaccano gli uomini e li mangiano piangendo, e non hanno lingua“. Nonostante questa descrizione fosse affascinante, non aveva fondamento scientifico, poiché i coccodrilli hanno una lingua e la loro abilità di versare lacrime non è legata alle emozioni. Tuttavia, questa storia fantasiosa è rimasta una parte importante della letteratura.

Il mito dei coccodrilli piangenti ha resistito nel tempo e si è inserito nelle opere di William Shakespeare. Nell’opera teatrale “Otello” di Shakespeare, l’espressione “lacrime di coccodrillo” veniva utilizzata per descrivere lamenti falsi e ingannevoli, ampliando così il suo significato per rappresentare manifestazioni disoneste di emozioni.

Nel corso dei secoli, l’espressione “lacrime di coccodrillo” è diventata un modo di dire ben radicato nella lingua inglese, offrendo un modo vivido e memorabile per descrivere espressioni nascoste di tristezza.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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