Vi è mai capitato di autorizzare i servizi di geolocalizzazione delle app che usate sul vostro smartphone? Bene, dopo aver letto questo, ci penserete due volte prima di autorizzarli la prossima volta. Pare, infatti, che molte delle aziende produttrici di app che sfruttano la geolocalizzazione, vendano i dati degli utenti ad aziende pubblicitarie. Inoltre, sembrerebbe che molte di queste utilizzino i dati in maniera illegittima.
Si tratta di un vero e proprio caso di violazione della privacy degli utenti quello messo in luce dal noto giornale americano. Gli utenti acconsentono a trasferire i dati sulla loro geolocalizzazione semplicemente perchè suppongono che questi rimarranno anonimi. Certamente non si aspettano che le aziende li vendono a terzi.
Tracciare tutti i movimenti di una persona
Il New York Times ha scoperto che vi è una serie di app che tracciano i movimenti degli utenti con un’estrema precisione. Tanto da poter dire dove questi si trovano in ogni momento della loro giornata. E’ stato fatto un esempio, un’insegnate che tutti i giorni faceva lo stesso tragitto, partendo la mattina per andare a scuola, per poi ritornare il tardo pomeriggio. Stando a quando emerso una delle app che questa donna utilizzava la localizzava ogni 2 secondi per poi rivendere i dati ad aziende pubblicitarie.
E’ stato messo in luce come una acquisizione dei dati così precisa sia pericolosa per la privacy degli utenti. Far girare questi dati e venderli ad altre aziende mette a repentaglio la sicurezza degli stessi. Di certo non risulta essere molto difficile per chiunque, anche per un semplice dipendente, estrapolare informazioni sugli utenti mettendo le mani su questi dati.
Tra le app incriminate ce ne sarebbero molte. Per citarne due, WeatherBug che ha venduto dati a oltre 40 aziende e l’app sportiva The Score che li ha condivisi con ben 16 altre. Un aspetto questo che deve essere assolutamente approfondito da chi di competenza. Restate in attesa per ulteriori aggiornamenti.