Un grande oggetto di massa planetaria sembra orbitare nelle vicinanze del nostro sistema solare. E’ quanto sostiene uno studio della University of Arizona, pubblicato su Astronomical Journal. Questo oggetto può essere diverso dal pianeta Nove – annunciato l’anno scorso e la cui conferma è ancora da stabilire – e noto anche come Pianeta X o Nibiru. Tuttavia, si è già speculato sul suo nome, battezzandolo “Planet Ten”.
I ricercatori del Lunar and Planetary Laboratory, Kathryn Volk e Renu Malhotra, sostengono di avere prove convincenti dell’esistenza di questo corpo planetario, ma nessuno dei due è stato ancora visto. Questo grande oggetto, la cui dimensione sarebbe una via di mezzo tra quella del nostro pianeta e Marte, è stato rilevato dal controllo esercitato sui piani orbitali di oggetti nella Cintura di Kuiper, ovvero su abbondanti asteroidi con piccoli corpi ghiacciati e comete pianeti nani.
I ricercatori sostengono di aver trovato il Pianeta X, ma non trovano la spiegazione dunque.
Le deformità rilevate nell’orbita del sistema solare potrebbero essere causate da una massa delle dimensioni di Marte o più oggetti, spiegano gli autori dello studio. E un oggetto di tali dimensioni sarebbe sufficiente per produrre le perturbazioni osservate nella remota Kuiper Belt.
L’analisi degli angoli di inclinazione dei piani orbitali di 600 di questi oggetti, conosciuti come Kobs (rimanendo comunque oggetti del sistema solare) e in corrispondenza dei confini del nostro sistema solare, sono in grado di farci rilevare la deviazione significativa del piano invariante e questo spiegherebbe la presenza di un oggetto con massa simile a quella marziana.
Questa massa planetaria orbita ad una distanza di 60 unità astronomiche (UA è l’unità di misura corrispondente a circa 150 milioni di km) dal Sole, con un’inclinazione di 8 gradi rispetto al piano di rotazione degli altri oggetti planetari del sistema solare. Per considerarlo roccioso, il pianeta deve avere una sua orbita libera dai pianeti minori. I ricercatori definiscono questo oggetto come una “massa planetaria”, ma sottolineano che la deviazione rilevata potrebbe anche derivare dall’azione di vari oggetti. Questo dubbio potrà essere cancellato quando lo spazio di studio, ora limitato al 30%, sarà affidato al Survey Telescope del Cile nel 2020.