Uno studio internazionale rivela un meccanismo che spiega il motivo per cui si verificano le reinfezioni da Covid-19. Test di laboratorio hanno dimostrato che la variante gamma, precedentemente nota come P.1, originaria del Brasile, è in grado di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti generati dal sistema immunitario da una precedente infezione con altre varianti del coronavirus.
I ricercatori sottolineano però che i risultati sono stati ottenuti in vitro, cioè in laboratorio. Inoltre, lo studio non include altri tipi di risposte immunitarie nel corpo, come l’immunità cellulare. “È essenziale capire che le persone infette possono essere nuovamente infettate“, sottolinea William Marciel de Souza, della Ribeirão Preto Medical School dell’USP, primo autore dell’articolo. Il lavoro è stato pubblicato come articolo sulla rivista scientifica The Lancet l’8 luglio.
Sono stati analizzati campioni di plasma di pazienti che avevano la malattia e di persone immunizzate con il vaccino CoronaVac. “La ricerca mostra che le persone che sono state vaccinate sono ancora suscettibili all’infezione. Se hai fatto il vaccino, continua a indossare una mascherina, mantieni la distanza sociale, continua a usare misure igieniche per evitare la trasmissione ad altre persone“, consiglia il ricercatore.
Souza ricorda che gli studi clinici dimostrano l’efficacia di CoronaVac contro le forme gravi della malattia, riducendo i ricoveri e i decessi. “Il vaccino non è contro l’infezione, questa può avvenire in qualsiasi momento, con qualsiasi vaccino. Lo scopo del vaccino è contro la malattia, la forma grave, la persona che muore, che ha gravi conseguenze”.
Il ricercatore ha citato un altro studio che ha analizzato casi di Covid-19 in anziani che vivono in un convento e in una casa di cura. Fa notare che, nonostante i luoghi non fossero molto frequentati, il virus è entrato in queste case e ha contagiato persone over 70 che sono state vaccinate. “Anche in età molto avanzata, quasi tutti erano asintomatici o con sintomi lievi, non avevano bisogno di ricovero. Questo dimostra l’importanza dei vaccini”.
Per quanto riguarda la variante Delta, Souza sottolinea che gli studi hanno dimostrato anche una protezione contro le forme più gravi della malattia. “Anche in luoghi con un alto tasso di vaccinazione, ad esempio gli Stati Uniti, dove la Delta è ora il ceppo più dominante, il numero di decessi e ricoveri non è aumentato nemmeno con la sua introduzione“.
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