In questi giorni il vaccino contro il coronavirus di AstraZeneca è tornato nuovamente a essere il protagonista di molte notizie, tutte negative. Per cominciare, apparentemente almeno un lotto del vaccino è risultato essere non conferme agli altri tanto da causare effetti collaterali gravi, o è quello che alcuni ritengono essere capitato. A seguire, c’è stato un nuovo taglio nelle spedizioni.
Apparentemente perché al momento non ci sono prove, ma i paesi hanno già iniziato a muoversi in modo diverso. Per esempio, la Norvegia e la Danimarca hanno bloccato momentaneamente l’uso del vaccino di AstraZeneca per cercare di capire se i coaguli di sangue registrati in alcuni pazienti erano causati da tale trattamento.
Altri paesi, come il nostro, sono andati più cauti andando a evitare di usare quello che dovrebbe essere il lotto incriminato. Anche la Germania si è rifiutata di smettere di inoculare il vaccino in questione e la differenza rispetto ai due sopracitati riguarda indubbiamente la situazione legata ai contagi. C’è bisogno di vaccini e non ci può permettere di lasciare indietro niente, a meno di prove conclamate di pericolosità.
AstraZeneca e il vaccino problematico
Per molti esperti il vaccino è sicuro e bisogna continuare ad usarlo. L’idea sarebbe questa se non fosse che ancora una volta AstraZeneca ha tagliato la spedizioni di dosi in Europa, un taglio che finora ha già pesato. Il problema principale è che l’Unione Europea ha puntato maggiormente su questo trattamento piuttosto che su Pfizer e Moderna. Questo prima ancora dell’approvazione e da allora infatti si è cercato di aumentare la fornitura di quest’ultimi due.
In merito a eventuali effetti collaterali del vaccino, questa la dichiarazione ufficiale di AstraZeneca: “Un’analisi dei nostri dati di sicurezza di oltre 10 milioni di record non ha mostrato alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in un determinato paese. con il vaccino Covid-19 AstraZeneca. In effetti, il numero osservato di questi tipi di eventi è significativamente inferiore in quelli vaccinati rispetto a quanto ci si aspetterebbe dalla popolazione generale”.