I batteri non solo sopravvivono in ambienti ostili: li monitorano attivamente e reagiscono in modo strategico. È quanto emerge da uno studio innovativo pubblicato su Cell, in cui un team di ricercatori del Leibniz-HKI ha scoperto che il batterio Pseudomonas syringae è dotato di un vero e proprio “radar chimico” capace di rilevare la presenza di amebe predatrici.
Una strategia di difesa sofisticata
Pseudomonas syringae, un batterio patogeno delle piante, produce delle molecole chiamate siringafactine, normalmente innocue, che gli permettono di muoversi più agevolmente. Tuttavia, quando un’ameba – come Polysphondylium pallidum – entra in contatto con queste sostanze, ne modifica la struttura chimica, involontariamente segnalando la propria presenza.
Il “radar chimico” CraR: l’arma segreta
Il batterio è in grado di rilevare queste molecole modificate grazie a una proteina sensore chiamata CraR (Chemical Radar Regulator). Una volta percepito il segnale, attiva i geni per produrre pirofactine, sostanze tossiche capaci di uccidere le amebe. Ironia della sorte, proprio le molecole prodotte dall’ameba attivano il meccanismo che la condurrà alla morte.
Un radar anche per infettare le piante
Il sistema radar non è solo difensivo: è anche cruciale per l’infettività. Lo studio ha dimostrato che P. syringae riesce a infettare piante come Arabidopsis thaliana solo se il radar chimico è attivo e se le amebe sono presenti. Questo suggerisce un dialogo chimico ancora più complesso tra microbi, predatori e ospiti vegetali.
Verso nuove sostanze bioattive naturali
La scoperta di questo meccanismo apre nuove prospettive per la scienza: le molecole coinvolte nel radar batterico potrebbero ispirare nuovi farmaci o pesticidi naturali, sfruttando l’intelligenza biochimica dei microbi. Il mondo invisibile continua a sorprenderci, e ogni nuova scoperta porta con sé potenziali applicazioni rivoluzionarie.