Tra i più rilevanti effetti della pandemia di coronavirus, che hanno sconvolto prepotentemente le nostre vite costringendoci a mesi di isolamento domestico, possiamo sicuramente annoverare quella “avanzata” della natura che pian piano sembra stia riuscendo a riprendersi spazi che prima le erano stati sottratti dall’attività dell’uomo: i delfini nei canali di Venezia e le acque del golfo di Napoli mai così limpide, per citarne due, sono solo alcuni degli straordinari eventi a cui abbiamo assistito in queste pesanti settimane.
Ma se da un lato qualcosa di buono potrebbe essersi visto all’orizzonte, dall’altro siamo ancora una volta costretti a constatare quanto l’essere umano sia “autodistruttivo” o, più semplicemente, duro di comprendonio. Dalle acque del porto di Ancona, la nave anti-inquinamento Pelikan ha portato alla luce qualcosa che speravamo davvero di non vedere: grandi quantità di mascherine e guanti monouso gettate in mare sono diventate il “bottino” della nave. Una scoperta agghiacciante, che lascia interdetti non solo per il gesto completamente in sfregio alla tutela dell’ambiente, ma anche per l’importanza che nel prossimo futuro questi dispositivi rivestiranno nella vita quotidiana di tutti.
Nemmeno il coronavirus, il “nemico comune”, ha dissuaso alcuni dall’infierire sull’ambiente, che stava prendendo una boccata d’aria
“Si parte dall’uso di un prodotto da parte dell’uomo e alla pessima abitudine, una volta terminatone l’utilizzo, di smaltirlo nel modo più dannoso possibile. Quello che oggi è un bene di necessità viene trasformato in un rifiuto. Non stupisce quindi che, ancora una volta, un pessimo comportamento a terra si ripercuote sulla salute del nostro mare“, riferisce Paolo Baldoni, CEO di Garbage Group. “Il menefreghismo e la totale incuria di alcuni si ripercuote in maniera devastante sull’ambiente e sulla collettività“.
Viene implicito quindi domandarsi se davvero neppure la pandemia globale di coronavirus sia stata in grado di far “rinsavire” l’essere umano, che in queste settimane si è visto privato della sua libertà e, potenzialmente, della propria salute. Neppure una situazione così tragica è stata sufficiente a far riflettere su quanto precaria sia la nostra esistenza su questo pianeta, continuamente vessato ed abusato da un genere umano che non riesce, o non vuole riuscire, a trovare un modo per vivere in armonia con ciò che lo circonda.