Gli atleti si allenano costantemente per migliorare le proprie performance, solo il duro lavoro può consentire a un velocista di migliorare i propri tempi, ma se vi dicessimo che forza e agilità possono essere indossate in un attimo? Un team di ricercatori dell’Università di Harvard ha costruito un esoscheletro robotico che ha aiuta a ridurre i costi metabolici dell’attività fisica.
Pensiamo a qualcuno che soffre di problemi alla schiena o dolori a un ginocchio, ovviamente in questi casi la raccomandazione dei medici è quella di evitare la corsa, che causerebbe eccessivo stress, ma viene comunque consigliata una buona camminata. Lo staff di ricercatori, guidati da dal Dottor Giuk Lee, ha creato un esoscheletro che “rappresenta la piattaforma ideale per la corsa assistita”. Ma in cosa consiste questa macchina? Scopriamolo insieme.
Un esoscheletro per ridurre i costi metabolici
Un sistema di cavi flessibili connette la schiena dell’utente a un’unità esterna che tiene in trazione i cavi comportandosi come una coppia extra di muscoli e fornendo ulteriore forza alle gambe. “L’Homo Sapiens si è evoluto diventando un abile corridore, ma i nostri risultati dimostrano come sia possibile migliorare ulteriormente questo sistema già molto efficiente”, ha spiegato Philippe Malcolm, ex ricercatore presso l’Istituto Wyss.
Abbiamo cattive notizie per chi fosse interessato ad acquistare questo esoscheletro robotizzato, serve ulteriore lavoro per completare l’opera ma il team resta fiducioso. Per raggiungere l’obiettivo di una corsa a ridotto costo metabolico serve tanta ricerca ancora. Alcune settimane fa vi abbiamo presentato il kit che consente di costruire un eso-scheletro grazie alla stampa 3D, gli orizzonti della tecnologia indossabile continuano a espandersi.
“Il nostro obiettivo è sviluppare un sistema portatile con alta autonomia e basso peso, in modo che che i benefici di questo prodotto superino i costi”, ha spiegato Malcolm. “Crediamo che questa tecnologia possa migliorare le performance degli atleti o aiutarli a recuperare dopo un infortunio”, ha aggiunto Giuk Lee. I risultati degli studi condotti sono stati pubblicati la scorsa settimana su Science Robotics.
Fonte: geek.com