Gli effetti di questa pandemia sono innegabili eppure ci sono alcuni aspetti che vengono ridotti di importanza. Un esempio è la mortalità del virus. Soprattutto nei primi mesi, ma in realtà anche ora, si è parlato di come il Covid-19 stia uccidendo praticamente soltanto persone anziane. Uno studio ha cercato di ribaltare questa visione.
Attualmente sono morti poco meno di 2,5 milioni persone a causa del coronavirus; ovviamente è un numero approssimativo e, sempre a dispetto di quello che certe persone pensano, è probabilmente più piccolo dei morti reali del Covid-19. La morte di queste persone ha causato la scomparsa di 20,5 milioni di anni di vita, anni che sono andati persi.
Se anche è vero che il maggior numero di morti è avvenuto tra la fascia di età 55-75, si parla comunque di persone che grazie alla medicina moderna sarebbero vivere ancora a lungo e in grado di provare esperienze nuove, di vedere nuove generazioni crescere e altro ancora. In aggiunta, anche i morti sotto tale fascia sono stati comunque tanti.
Covid-19: gli anni persi a causa della pandemia
Per arrivare a questo risultato hanno preso in considerazione 1.279.866 decessi tra 81 paesi diversi. Quello che si è notato è che nei paesi più ricchi sono morti più anziani mentre in quelli a medio o basso reddito la fascia di età intorno ai 55 anni è stata la più colpita con anche tanti giovani. La media a livello globale parla di una perdita di 16 anni di vita per ogni individuo morto. Il 30,2% di questi morti aveva una età inferiore ai 55 anni e il 25% al di sopra dei 75. In totale si parla di una perdita stimata di 20.507.518.
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