Un nuovo studio pubblicato su Science conferma che il Covid-19 è mutato in un modo che gli ha permesso di diffondersi rapidamente in tutto il mondo, ma la mutazione spike potrebbe anche rendere il virus più suscettibile a un vaccino. Lo studio mostra che il ceppo D614G si replica più velocemente ed è più trasmissibile del virus, originario della Cina, che si è diffuso all’inizio della pandemia.
I risultati rilevano che mentre la mutazione del Covid-19 sugli animali non era associata a nessuna malattia grave, il ceppo è più sensibile alla neutralizzazione da parte di farmaci anticorpali. Il virus D614G supera il ceppo ancestrale di circa 10 volte e si replica in modo estremamente efficiente nelle cellule epiteliali nasali primarie, un sito potenzialmente importante per la trasmissione da persona a persona.
Covid-19, la mutazione rende il virus suscettibile al virus
I ricercatori ritengono che questa mutazione sia diventata cosi comune perchè permette alle cellule spike di aprirsi e permettere al virus di entrare nel nostro organismo. Con un lembo aperto sarà più facile per gli anticorpi, come quelli presenti nei vaccini in fase di sperimentazione, entrare e disabilitare il virus.
Inoltre hanno scoperto che il virus mutato non solo si replica circa 10 volte più velocemente, ma è anche molto più contagioso. Hanno iniziato cosi a cercare la replicazione del virus negli animali non infetti il secondo giorno. Entrambi i virus passavano tra gli animali tramite trasmissione aerea, ma i tempi erano diversi.
Con il virus originale, non hanno visto alcuna trasmissione il secondo giorno, sebbene tutti gli animali esposti siano stati infettati entro il quarto giorno. Ciò potrebbe spiegare perché questo virus ha dominato negli esseri umani. I ricercatori avvertono che i risultati della patologia potrebbero non essere veri negli studi sull’uomo.
Il Covid-19 è un patogeno umano completamente nuovo e la sua evoluzione nelle popolazioni umane è difficile da prevedere. Nuove varianti stanno emergendo continuamente. Per proteggere al massimo la salute pubblica, dobbiamo continuare a monitorare e comprendere le conseguenze di queste nuove mutazioni sulla gravità della malattia, la trasmissione, la gamma dell’ospite e la vulnerabilità all’immunità indotta dal vaccino.
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