Successo per la missione DART (Double Asteroid Redirect Test), la prima missione in assoluto dedicata allo studio e alla dimostrazione di un metodo di deflessione di un asteroide modificandone il movimento nello spazio attraverso l’impatto cinetico.
La missione DART: come la NASA e l’ESA difenderanno la Terra dagli asteroidi
Questo metodo farà collidere deliberatamente la navicella DART con un asteroide bersaglio, che non rappresenta una minaccia per la Terra, al fine di modificarne la velocità e il percorso. L’obiettivo di DART è il sistema di asteroidi binari vicino alla Terra Didymos, composto da “Didymos” di circa 780 metri di diametro e dal più piccolo “Dimorphos” di circa 160 metri, che orbita attorno al primo.
DART influenzerà Dimorphos per cambiare la sua orbita all’interno del sistema binario e il team di indagine DART confronterà i risultati dell’impatto cinetico di DART con Dimorphos con simulazioni computerizzate altamente dettagliate degli impatti cinetici sugli asteroidi.
Tutti i dettagli dell’evento trasmesso in diretta dalla NASA
La NASA ha trasmesso in diretta sul suo canale live ufficiale, l’intera operazione di impatto della navicella DART contro il suo asteroide bersaglio. Ma per chi se lo fosse perso ecco il dettaglio dei momenti cruciali delle operazioni e le immagini dell’avvicinamento e dell’impatto finale.
Alle 00:27 di stanotte, 27 settembre 2022, il sistema di navigazione intelligente di DART si è agganciato al suo obiettivo, Dimorphos. Il sistema di navigazione SmartNav (Small-bodies Maneuvering Autonomous Real Time Navigation) è un sistema di navigazione autonomo che, attraverso una serie di algoritmi computerizzati, guiderà DART nella sua ultima ora di vita verso lo schianto.
La conferma del “target locked” da parte dello SmartNav è dunque un passo cruciale verso il completamento con successo della missione e la convalida della tecnologia che è stata già testata su Giove e le sue quattro lune.
I responsabili della missione hanno lanciato alle 00:45 lo “Status Poll”, ovvero la conferma da parte di Dart sul corretto funzionamento dei sui suoi sistemi. Dopo la aver completato interamente il sondaggio di stato su qualità dell’immagine, navigazione intelligente, guida, navigazione e controllo (GNC) e rete spaziale profonda (DSN), i responsabili del team di terra hanno dato il via libera finale, alle 00:47, riferendo che tutti i sistemi funzionavano “nominalmente”, ovvero in modo normale.
Alle 00:55 si è ottenuto invece il “Precision Lock” confermando che la navicella spaziale ha agganciato il punto d’impatto preciso su Dimorphos. DART ha quindi ricevuto il via libera per schiantarsi contro l’asteroide a 24.000 km/h, in poco meno di 20 minuti. Dopo solo 15 minuti, viaggiando alla sua incredibile velocità, DART si trovava infatti già a soli 1770 km dalla superficie dell’asteroide.
All’1:12 sono state fermate le manovre della navicella in attesa dei suoi ultimi momenti, lanciata contro Dimorphos alla incredibile velocità di oltre 24.000 km/h.
La conferma del successo di DART e dell’avvenuto impatto si è avuta alle 01:15, dopo aver visto quasi in diretta la superficie dell’asteroide avvicinarsi sempre di più alla navicella grazie alla telecamera DRACO, fino allo schianto e alla perdita del segnale. Le immagine trasmesse in diretta dalla NASA erano in realtà circa 38 secondi in ritardo. La conferma dell’impatto è giunta quindi al centro di controllo con questo lieve ritardo, dovuto allo spazio profondo.
Il successo dell’impatto di DART su Dimorphos apre la strada ad una nuova era
Lori Glaze, direttrice della divisione scientifica planetaria della NASA, ha rilasciato una dichiarazione poco dopo la conferma dell’impatto affermando che “ci stiamo imbarcando in una nuova era dell’umanità, un’era in cui abbiamo potenzialmente la capacità di proteggerci da qualcosa come il pericoloso impatto di un asteroide. Che cosa incredibile. Non abbiamo mai avuto una simile capacità prima.”
Ora, per scoprire se davvero DART ha deviato la traiettoria di Dimorphos, dovremo aspettare le immagini e i dati raccolti dai CubeSat, che hanno affiancato la missione sin dall’inizio. Si tratta di due mini sonde satellitari che hanno il compito di osservare, studiare e capire l’interazione di DART con Dydymos e Dimorphos, in tutte le sue fasi.
Un primo CubeSat tutto italiano e realizzato dalla Argotec di Torino, si trovava già a a bordo della sonda DART della NASA e si è separato da essa poco prima dell’inizio delle procedure per l’impatto. Questo piccolo satellite ha dunque seguito istante per istante, la caduta della navicella sull’asteroide e ci fornirà dunque preziosi informazioni sull’evento, appena i suoi dati saranno disponibili.
Il secondo CubeSat, realizzato a Torino presso la Tyvak con la collaborazione del Politecnico di Torino, studierà invece da vicino la superficie di Dimorphos fino a due anni dopo l’impatto.
Ecco tutte le immagini dell’avvicinamento e dell’impatto
Ma ora è il momento di godersi questo primo successo della missione DART con tutte le immagini dell’impatto, dall’avvicinamento alla perdita di segnale finale. Le immagini sono state catturate dal sistema DRACO di DART, lo stesso sistema che a bordo della sonda New Horizons ci ha regalato la prima immagine di Plutone.
Ph. Credit: NASA Live Official Streaming, DART, sistema DRACO