Lo scorso venerdì nella bassa orbita terrestre si è quasi sfiorata la collisione tra due grossi detriti spaziali. Se l’incidente fosse avvenuto, si sarebbero potuti creare altri migliaia di pezzi, altrettanto pericolosi per moltissimi satelliti e per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il quasi impatto tra due detriti spaziali russi
Ad accorgersi della tragedia sfiorata è stata la società di monitoraggio satellitare e rilevamento delle collisioni, LeoLabs che ha individuato il quasi scontro tra due frammenti di origine sovietica. Si tratta infatti del corpo di un razzo SL-8, una nomenclatura del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per indicare i razzi sovietici Kosmos-3 , e di un satellite spia ormai defunto, il Cosmos 2361.
I due pezzi di detriti spaziali, secondo una dichiarazione pubblicata il 27 gennaio su Twitter da LeoLabs, si sono davvero mancati per un soffio. Al momento del loro incontro li separavano infatti soltanto circa 6 metri.
Il pericolo in agguato nella sovraffollata LEO
Questa volta per fortuna non ci sono state conseguenze ma, come ricorda la stessa LeoLabs, la situazione della bassa orbita terrestre (low Earth orbit – LEO) inizia ad essere vicina ad un punto critico.
Se davvero i due rottami fossero entrati in collisione, avrebbero dato il via ad uno scenario peggiore, che avrebbe potuto generare migliaia di altri detriti spaziali dando il via ad un pericoloso effetto a catena. LeoLabs avverte dunque che, man mano che la LEO diventa sempre più affollata, il rischio di collisione diventerà più comune, evidenziando la reale minaccia per l’ambiente in cui operano la ISS e migliaia di satelliti critici.
Avvenimenti come questo ci ricordano quanto sia importante progettare e mettere in atto delle strategie efficaci per la rimozione dei detriti spaziali nella già sovraffollata LEO. Secondo il Dipartimento della Difesa statunitense, vi sono già quasi 30.000 pezzi di detriti spaziali già monitorati, ma in agguato ve ne sono molti altri, troppo piccoli per essere rilevati.
Il pericolo è dunque reale e non solo per i nostri satelliti e per la ISS. Con l’aumentare dei detriti spaziali nell’orbita terrestre, le collisioni tra di loro possono infatti generare ancora più frammenti innescando un effetto a catena teorico noto come sindrome di Kessler.
Secondo questa spaventosa teoria, l’innesco di impatti a cascata provocato da detriti spaziali, potrebbe finire con il rendere lo spazio intorno alla Terra inaccessibile, distruggendo ogni sogno terrestre di conquista spaziale.
Ph. Credit: LeoLabs via Twitter