I dinosauri abitavano o no gli ambienti acquatici? Dopo anni di discussioni e speculazioni, un team di scienziati ha scoperto le prime prove a sostegno del fatto che una specie di questi animali preistorici potesse nuotare. La scoperta si basa sull’analisi di una coda fossilizzata del gigantesco teropode Spinosaurus aegyptiacus, che illustra in dettaglio gli scienziati nel nuovo studio, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Nature.
Gli scienziati affermano che la scoperta è la prova che questo predatore era acquatico e che usava la coda per spingersi nell’acqua e andare a caccia nei fiumi.
Gli studi
Precedenti studi su questa specie continuano a suggerire una possibile indicazione di adattamenti semi-acquatici, ma questa è la prima “prova inequivocabile di una struttura di propulsione acquatica in un dinosauro“, ha detto il paleontologo Nizar Ibrahim, dell’Università di Detroit Mercy, negli Stati Uniti. Stati.
La coda ora analizzata fa parte del fossile di Spinosaurus aegyptiacus trovato nei depositi di rocce cretacee nel deserto del Sahara, ad est del Marocco. Questo predatore, il dinosauro più lungo conosciuto, era lungo circa 15 metri. Questo è anche l’unico scheletro conservato di questa specie di dinosauro. Ce n’era un altro che finì per essere distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno analizzato l’impulso che la struttura ossea di questo animale potrebbe generare e hanno concluso che è paragonabile a quello dei vertebrati acquatici viventi con caratteristiche simili.
Questa indagine distrugge l’idea che “i dinosauri che non erano uccelli non hanno mai invaso il regno acquatico“, sottolinea Ibrahim. Lo specialista ritiene che questa specie “abbia trascorso gran parte della sua vita in acqua” inseguendo la sua preda nelle profondità, non aspettando che i pesci nuotassero sulle rive dei fiumi per catturarli.