E se l’evoluzione della specie non fosse sempre un bene?

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I casi di morbillo negli Stati Uniti hanno raggiunto un picco di infezioni dopo 25 anni, con 78 nuovi casi solo nell’ultima settimana; parallelamente, una nave da crociera con a bordo centinaia di adepti di Scientology è stata messa in quarantena dopo che ad un passeggero è stata diagnosticata la malattia. Certo, con la sempre crescente diffusione di movimenti anti-vax, che spingono sempre più genitori a non vaccinare i propri figli per paura di andare incontro a disturbi peggiori della malattia, è il tipo di notizie che ci si aspetta di trovare in questo momento storico, in continua evoluzione soprattutto per quanto riguarda scelte di questo tipo.

 

Riscoprire noi stessi nel contatto con la natura più cruda

Poiché la società è diventata sempre più asettica e a tenuta stagna, come se fosse avvolta da una pellicola trasparente, molti credono di poter trovare la propria dimensione rispolverando lo stile di vita più “naturale” e presumibilmente più salutare dei nostri antenati. Oltre alla paura dei vaccini, un numero crescente di persone ripone fiducia nei movimenti anti-OGM e nelle filosofie New Age, rigettando e rifiutando sempre più fermamente la scienza quale strumento in grado di migliorare le nostre vite, rivolgendo una fiducia quasi religiosa nella benevolenza di Madre Natura.

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Viene da riflettere sul ruolo che il processo evolutivo imposto dalla natura ha avuto anche sulla nostra crescita socio-culturale: un’evoluzione vista come una forza premurosa e compassionevole, che ha plasmato noi e il resto del mondo. Sembra quasi che ci sia la crescente convinzione che se l’evoluzione fosse lasciata a se stessa, allora tutto andrebbe per il meglio.

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Ma questa concezione del processo di evoluzione come forza puramente benigna è straordinariamente relativa. L’evoluzione può essere una forza brutale e indifferente, persino “maligna“, che il mondo della medicina cerca costantemente di superare ed in un certo senso tenere a freno. Forse a causa della teoria di Charles Darwin, l’evoluzione è stata troppo a lungo ritratta come un qualcosa di “sacro“, ma potrebbe essere l’ora di ragionare su cosa significhi veramente, prima che possa mostrarsi ai nostri occhi nel modo più nefasto possibile.

 

La brutalità del processo evolutivo

L’evoluzione deriva dall’incapacità di qualsiasi organismo di trasmettere una perfetta copia del suo DNA alla generazione successiva. Questo significa che nessuno ha mai ereditato una copia perfetta del DNA dei propri genitori e in effetti, uno dei motivi per cui abbiamo due genitori è quello di garantire che, se una copia dei nostri geni diventa instabile, un secondo gene può fungere da “riserva“.

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Quando il nostro DNA muta, interviene il processo diselezione naturale” ed è qui che le cose si complicano. La selezione naturale è il processo attraverso il quale una specie subisce delle mutazioni che la rendono “più adatta” all’ambiente in cui si trovano, sopravvivendo; quelle che invece si mostrano meno compatibili se non addirittura inidonee all’ambiente circostante, muoiono. È celebre l’esempio della lunghezza del collo delle giraffe e della forma delle pinne degli squali.

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In passato, i nostri antenati sono stati sottoposti a selezione naturale senza alcun tipo di agente artificiale, o meglio, senza alcun tipo di influenza esterna che non fosse quella proveniente dall’impulso evolutivo stesso. I principali interessati erano i bambini più piccoli, rispetto ai quali l’evoluzione aveva un impatto maggiore, mentre i soggetti con mutazionimeno utili” risultavano ad esempio cagionevoli di salute, andando verso un destino tutt’altro che roseo.

 

Fermare l’evoluzione può essere la soluzione?

È chiaro che questo non è che un riassunto, senza alcuna pretesa di completezza, su cosa sia e cosa comporti il processo evolutivo, ma che può aiutare a comprendere il senso di questo ragionamento.  Sfortunatamente, direbbero alcuni, gli umani si stanno ancora evolvendo: le persone stanno ancora morendo a causa delle malattie e per la mancanza di accesso al cibo e alle medicine e a conti fatti, rimaniamo in balia della selezione naturale. Ciò potrebbe essere il fondamento di un provocatorio obbligo morale: fermare l’evoluzione della specie umana.

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L’unico modo per farlo è non rinnegare i risultati dell’indagine scientifica. Il nostro più grande successo come specie è stato quello di liberarci dalla pura ferocia dell’evoluzione e questo implica che abbiamo ancora bisogno difattori esterni” in grado di garantire che il cibo che coltiviamo possa essere tranquillamente consumato prima che si rovini, ed è una considerazione importante per una popolazione mondiale in vertiginoso aumento. E, soprattutto, abbiamo bisogno di vaccini per prevenire le malattie. Non è necessario esporre i nostri figli alla “furia ciecadi Madre Natura.

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