I lettori meno giovani ricorderanno certamente l’impatto che la diffusione del floppy disk ebbe sul mondo della tecnologia, coinvolgendo e rivoluzionando anche la vita quotidiana delle persone, che finirono col relazionarsi in maniera ancor più complessa e particolare con i propri computer, soprattutto nei primi anni ’80. Oramai, questa tecnologia è ampiamente stata superata con l’avvento di supporti di memorizzazione sempre più compatti e, soprattutto, sempre più capienti; basti pensare alle immancabili penne USB e ai compact disc, anche questi ultimi peraltro in via di superamento, come testimonia la sempre più rara dotazione dei moderni computer del lettore CD.
Tuttavia, tornando al floppy disk, questi supporti continuano insospettabilmente ad avere ampio uso nel settore dell’aeronautica, in particolare sugli aerei Boeing 747-400. Questi imponenti velivoli, conosciuti anche col nome di “jumbo jet”, sono peraltro prossimi alla pensione, ma è curioso quanto emerge da una scoperta compiuta dall’azienda informatica Le Pen Test Partners: occupandosi di sistemi informatici, l’azienda ha avuto accesso ai sistemi di navigazione e di controllo delle mappe degli aerei e ha scoperto che i tecnici che si occupano di mansioni relative a queste funzioni fanno largo uso dei floppy disk per aggiornarli e per implementare nuovi sistemi a bordo.
Nei sistemi informatici utilizzati sui Boeing è infatti presente un lettore di floppy disk che viene regolarmente utilizzato. Stando a quanto ha riportato la Le Pen Test Partners, la ragione principale del ricorso a strumenti così “arcaici” sarebbe da ricondurre innanzitutto alla non indispensabilità di memorie particolarmente capienti per svolgere le funzioni di bordo summenzionate; per questo motivo, sarebbe anche economicamente più dispendioso cambiare e ammodernare questi sistemi.
Gli esperti spiegano inoltre che il motivo dietro questa scelta non abbia solo una spiegazione di tipo economico, ma anche funzionale, dal momento che fino a quando questo sistema funziona non c’è necessità di cambiarlo, con la conseguenza di dover adattare tutto il resto della strumentazione alle nuove tecnologie. Una scoperta sicuramente curiosa, soprattutto se pensiamo alla tecnologia che tutti i giorni sfruttiamo attraverso i nostri smartphone o i nostri computer domestici, dotati di sistemi di memorizzazione infinitamente superiori a quelli che, a quanto pare, contribuiscono al funzionamento di macchine complesse come gli aerei di linea.
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