Secondo quanto riportato da Android Police, un sito Web che presenta notizie, recensioni, applicazioni, dispositivi, suggerimenti, tutorial e hack relativi alle piattaforme Android; sarebbe in arrivo sugli smartphone con il robottino verde, la modalità Conversazione Continua di Google Assistant.
La funzione Conversazione Continua di Google Assistant arriva anche su smartphone
La funzione sarebbe già comparsa su alcuni smartphone Android con l’ultimo aggiornamento dell’app di Google. Su molti altri dispositivi del colosso di Mountain View, ad esempio per la domotica, la funzionalità era già presente dallo scorso anno ed ora potrebbe estendersi anche agli altri devices Android.
La modalità Conversazione Continua permette all’utente di interagire con l’Assistant di Google senza dover dire ogni volta “Ok Google”. Il risultato sarà una conversazione più fluida ed una maggior facilità nelle richieste. Attivando la modalità infatti, basterà pronunciare il fatidico “Ok Google” solo una volta per avviare la conversazione e porre di seguito tutti i nostri quesiti all’assistente virtuale.
Una funzione sempli ce anche se non ancora del tutto funzionante
Una volta pronunciato il comando l’assistente rimarrà dunque in attesa per otto secondi, durante i quali presterà attenzione a tutte le domande che l’utente necessita di proporre. Quando avremo sciolto ogni nostro dubbio, per porre termine alla conversazione, basterà smettere di parlare o pronunciare i comandi di chiusura come “Grazie”, “Interrompi l’ascolto” oppure “Ho finito”. Sarà anche sufficiente iniziare a parlare con qualcun altro, e ovviamente renderlo chiaro all’assistente virtuale.
Si tratta dunque di un aggiornamento che potrebbe rendere più semplice il nostro rapporto con l’assistente Google, anche se al momento la funzione è presente ma non del tutto funzionante, stando almeno a quello che riporta Android Police. Anche se attualmente non èal 100%, la funzione Conversazione Continua sarà sicuramente presto disponibile a pieno, semplificando la vita degli utenti che non dovranno ripetere il fatidico “ok Google” all’inizio di ogni richiesta.