Il settore del cosiddetto IoT (Internet of Things), ovvero dell’Internet delle Cose secondo la cui teoria entro pochi anni tutto il mondo potrà contare su una serie di device SMART dotati della capacità di colloquiare attraverso l’etere per mezzo dei canali di trasmissione in standard 5G Low-Power, interessa anche Google Corporation, che per l’occasione ha rilasciato la sua personale piattaforma di sviluppo IoT basata su Android.
Si tratta di un progetto che riprende il Project Brillo visto un anno fa introducendo, stavolta, un cambio di rotta e di denominazione che ha decisamente senso se si trasla il tutto nel contesto di quelli che dovrebbero essere i nuovi ecosistemi IoT che vedono coinvolti Google Android TV, Android Wear e Android Auto.
Android Things, questo il nome definitivo, corrisponde ad un pacchetto di risorse che consentono agli sviluppatori di immergersi, sin dai primi istanti, in un ambiente familiare ed adatto alla creazione di soluzioni software da destinare all’IoT. Il che significa che, ai developer, sarà data facoltà di utilizzare quelli che, al momento, sono gli Android SDK per il mobile ed i Google Play Services senza particolari stravolgimenti di sorta.
Ciò che cambia, invece, è il supporto, che coniuga ora l’azione di nuove componenti hardware come il Raspberry Pi 3, Intel Edison e l’NXP Pico. Interessante notare, inoltre, che la stessa Google di farà carico di fornire una road-map sul processo di aggiornamento delle piattaforme, allo stesso modo di quanto avviene su Google Android Wear.
Secondo quanto rivelato in via del tutto ufficiale dalla compagnia stessa, gli sviluppatori saranno in grado, nei prossimi mesi, di prevedere l’implementazione di patch di sicurezza per i rispettivi device, nonché major update per il sistema operativo ed update personalizzati. Particolare attenzione, vista la natura del progetto, sarà rivestita inoltre dal fattore risparmio energetico nel rispetto dei parametri di conservazione energetica di una moderna Smart Home.
Il protocollo di comunicazione sfruttato dai device è il Weave, il quale si farà carico di ricevere alcune novità, visto e considerato il pubblico rilascio dell’SDK. Da prevedere, poi, anche una nuova console di gestione e l’integrazione con Google Assistant. Allo stato attuale, le librerie di sviluppo includono la possibilità di sfruttare funzioni come il controllo SMART per le lampadine, per le prese e gli interruttori, oltre che per i controlli termostatici intelligenti. Nuovi classi di dispositivo verranno annesse nell’immediato futuro unitamente al previsto supporto per i Nest Weave ed i Google Weave.
Ulteriori dettagli in merito al progetto stabilito per la piattaforma Android Things sono disponibili all’interno del nuovo sito ufficiale. Le Dev Preview per i dispositivi sopra citati si rendono, già da ora, disponibili al download diretto. Seguici per ulteriori aggiornamenti al riguardo e facci conoscere la tua opinione al riguardo.
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